In esclusiva per i soci e gli amici del Touring Club Italiano visita guidata alla Badia Benedettina della SS. Trinità, che sorge nell’amena valle del ruscello Selano. Salendo da Cava, il panorama si allarga sempre più sulla ridente conca cavese fino a quando appare la visione del mare, della piana del Sele e dei monti del Cilento. La strada penetra dolcemente nella valle ed ecco, in alto, dominato dal monte Finestra, il corpo di Cava, grazioso villaggio con mura turrite, fondato nel XI dall'abate S. Pietro I. Ancora un breve tratto di strada ed appare improvvisa, di fronte ad un rettilineo, l’armonica facciata settecentesca della Badia. La prima impressione è di un edificio di modeste dimensioni, ma l'apparenza inganna perché la facciata nasconde un grandioso complesso monumentale ricco di Santità, di Storia e di Arte, in cui pulsa la vita di sempre.
Abbazia Benedettina della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni: fu fondata nel 1011 da S. Alferio, nobile salernitano di origine longobarda formatosi a Cluny.
L'abbazia conobbe uno straordinario sviluppo nei secoli XI e XII specialmente sotto l'abbaziato di Pietro, nipote di S. Alferio. Questi, ispirandosi al modello di Cluny, in cui anche lui si era formato, concepì per le successive aggregazioni di monasteri la forma della congregazione, che assicurò a Cava una straordinaria capacità di penetrazione nel variegato mondo monastico del Mezzogiorno d'Italia. Alla fase di espansione seguì un inevitabile ripiegamento anche in ragione del mutato contesto socio-religioso, che culminò con la progressiva separazione della città di Cava, divenuta sede vescovile nel 1394, dalla giurisdizione del monastero e con l'istituzione degli abati commendatari, che privarono l'abbazia di risorse e di monaci.
La biblioteca della Badia possiede oltre 80.000 volumi con numerosi incunaboli e importanti cinquecentine. I volumi sono catalogati e sistemati in tre sale. Le scienze più rappresentate sono la Patristica, la Teologia, il Diritto e soprattutto la Storia.
Un catalogo per autori ne facilita la consultazione. Ma è l’Archivio che ha resa famosa la badia. Nelle due elegantissime sale della fine del ‘700 sono contenuti preziosi manoscritti pergamenacei e cartacei, più di 15.000 pergamene, di cui la più antica è del 792, e un considerevole numero di documenti cartacei.
Dei codici (manoscritti in pergamena) esiste un catalogo completo a stampa ancora disponibile, presto sarà approntato anche il catalogo dei manoscritti cartacei.
Tra i codici più famosi ricordiamo la Bibbia visigotica del IX sec, il Codex Legum Langobardorum del sec XI, le Etymologiae di Isidoro del sec VIII e il De Temporibus del Ven. Beda del sec. XI ai cui margini i monaci annotarono gli avvenimenti più importanti della badia e del mondo contemporaneo. Tali note marginali costituiscono gli Annales Cavenses più volte pubblicati. Quanto alle pergamene, i documenti provati sono ordinati cronologicamente e sistemati nella sala diplomatica in arche di cui ciascuna contiene 120 pergamene. I documenti pubblici (Bolle papali o vescovili, diplomi di imperatori, re e signori feudali) si trovano nell’arca magna in numero di oltre 700, ordinati anch’essi cronologicamente.
La consultazione è resa facile agli studiosi da un Regestum Pergamenarum, manoscritto di 8 volumi in foglio compilato da monaci del secolo scorso. Vi si trova il riassunto di tutte le pergamene con l’indicazione dell’arca in cui sono contenute. I documenti già pubblicati nel Codex Diplomaticus Cavensis appartengono agli anni 792-1080 e sono esattamente 1669.
Durante i secoli della sua storia la badia si è arricchita di molte opere d’arte di epoche diverse: edifici, affreschi, mosaici, sarcofaghi, sculture, quadri, codici miniati e oggetti preziosi. Questo cospicuo patrimonio è dovuto in massima parte all’opera dei monaci o di altri artisti per commissione dei monaci, ma vi hanno contribuito i ritrovamenti, gli acquisti e le donazioni è il caso dei sarcofagi romani, di alcuni quadri e delle costruzioni romane o medievali esistenti sotto la grotta Arsicia prima della venuta di S. Alferio.
# Ore 9.30 : Raduno dei partecipanti (con mezzi propri) all’ingresso dell’Abbazia Benedettina di Cava de’ Tirreni (SA) – via M. Morcaldi 6 – Badia di Cava.
ATTENZIONE: LA MANIFESTAZIONE SI SVOLGE NEL RIGOROSO RISPETTO DELLE DISPOSIZIONI NAZIONALI, REGIONALI E LOCALI DI CONTENIMENTO DELLA PANDEMIA, VIGENTI ALLA DATA DELLA MANIFESTAZIONE, ALLE QUALI I SINGOLI PARTECIPANTI SI DEVONO ATTENERE.
Programma di massima
# Ore 9.30 : Raduno dei partecipanti (con mezzi propri) all’ingresso dell’Abbazia Benedettina di Cava de’ Tirreni (SA) – via M. Morcaldi 6 – Badia di Cava.
# Ore 10.00 : Inizio della visita guidata che prevede il seguente itinerario: basilica, cappelle dell’antica basilica, chiostro romanico, antica e nuova sala capitolare, cappella di San Germano, catacombe, cimitero longobardo, museo, biblioteca.
# Ore 12.30 : Termine della manifestazione.
Quota di partecipazione:
– Soci TCI € 5,00
– Non soci € 8,00
La quota comprende: biglietto di ingresso alla parte monumentale della Badia, le spese organizzative del Club di Territorio di Salerno, l’assistenza del console, l’assicurazione per la responsabilità civile.
Prenotazioni per la visita: esclusivamente a mezzo email salerno@volontaritouring.it
Trasporti: mezzi propri
Guide: dr. Nicola Russomando e guide istituzionali della Badia
Volontario Touring accompagnatore e telefono attivo il giorno della visita: socio attivo Rosa Giannattasio 320 464 0390
Partecipanti: massimo 30 persone
Modalità di pagamento e condizioni di partecipazione:
Le prenotazioni sono aperte e dovranno pervenire entro sabato 3 giugno 2023.
Il Volontario Touring Accompagnatore ha la facoltà di variare l’itinerario.
La manifestazione non avrà luogo in caso di avverse condizioni meteo.
Il Club di Territorio di Salerno del Touring Club Italiano si riserva il diritto di accettare o meno la prenotazione.
Manifestazione organizzata per i soci e gli amici del TCI e soggetta al regolamento della Commissione regionale consoli della Campania.
Sono ammessi i non soci perché possano constatare la qualità e l’interesse delle nostre manifestazioni e, quindi, associarsi.