Fondato nel 1830, il Museo archeologico di Zara, il più antico di tutta la Croazia dopo quello di Spalato, è ospitato dal 1972 in un moderno edificio nell’area del foro romano. I pezzi raccolti, sistemati in ordine cronologico in tre diversi piani del palazzo, raccontano l’insediamento umano nella Dalmazia settentrionale e la sua evoluzione storica, dalle prime testimonianze del Paleolitico fino all’inizio del XII secolo, quando ebbe fine l’indipendenza dello Stato croato. La visita parte dal secondo piano, dove è sistemato il materiale più antico, prosegue al primo piano con pezzi di età romana e si conclude al pianterreno, dove sono esposti soprattutto frammenti architettonici ed epigrafi da monumenti altomedievali e paleocroati. La sezione preistorica esposta al secondo piano testimonia l’evoluzione dai primi insediamenti umani, con materiali silicei del Paleolitico medio e superiore provenienti da una decina di giacimenti di superficie. Più numerosi i reperti del Neolitico, diviso in tre fasi: una fase antica, detta di Smilcic dal nome di un villaggio a est di Zara dove sono stati effettuati i maggiori ritrovamenti; una fase media, detta di Danilo dal nome di un villaggio a est di Sebenico; una fase tarda, la meglio conosciuta e indagata, che prende il nome dall’isola di Hvar (Lésina). Sono importanti i reperti dell’età del Ferro, collegabili ai liburni, popolo di stirpe illirica di abili navigatori che abitò il litorale dalmata praticando il commercio, fino a quando greci prima e romani poi posero fine al loro predominio: del loro periodo, numerosi sono gli oggetti in ceramica importati dai liburni dall’Apulia e dalla Grecia. Al primo piano è la sezione romana, con materiale dalla conquista del territorio dei liburni (I secolo a.C.) fino alle grandi migrazioni dei popoli (IV-VI secolo). Vi sono esposti frammenti architettonici, epigrafi e cippi cilindrici, stele con i ritratti dei defunti, mosaici, terrecotte, piccoli oggetti in bronzo. Particolarmente interessante la sezione altomedievale, sistemata al pianterreno, che da sola meriterebbe la visita al museo. Rappresenta l’evoluzione della cultura paleocroata nel territorio della Dalmazia settentrionale dalla seconda metà del VII secolo alla caduta della dinastia croata (1102). Sono esposti reperti da tombe (armi, strumenti, ornamenti), urne ceramiche, epigrafi (di particolare valore storico è quella che registra il nome del principe croato Branimir – 879-892 – ritrovata a Šopot presso Benkovac). Si ammirino infine gli straordinari rilievi e i frammenti architettonici provenienti da edifici sacri di Zara e del suo territorio: sono tramezzi, altari, cibori, plutei, sarcofagi e portali con rilievi, decori scolpiti nella pietra, epigrafi e iscrizioni. Si notino soprattutto gli altorilievi protoromanici raffiguranti scene della vita di Cristo. Parte del lapidario museale, con numerosi resti di ornamenti architettonici romani, è esposta all’aperto, nell’area del Foro.