Fondato negli anni Trenta per raccogliere i reperti provenienti dagli scavi archeologici delle città romane, il Museo della Repubblica si è con il tempo arricchito di pezzi di epoca preistorica, di età fenicia e cartaginese. Notevole la collezione greca, civiltà che in Libia ebbe il suo epicentro nella zona di Cirene, da dove proviene il gruppo delle Tre Grazie, una delle opere principali dell'esposizione, di datazione incerta ma di indubbio valore artistico. Il fulcro del museo è la sezione romana, con opere dagli insediamenti costieri di Leptis Magna e Sabratah. Qui, ricostruzioni di ambienti, come il grandioso mausoleo tardo-romano nell'atrio, decorazioni e statue, tra le quali spicca la “Diana efesina”, ovvero la versione egiziana della dea della caccia, ritrovata in una villa di Zlitan. Notevoli le colossali statue di Claudio e Tiberio, quella della Venere con putto, che in origine adornava le terme di Adriano insieme a un centinaio di altre statue, fra cui Apollo con la lira e Marte, qui esposti. Tra i mosaici, splendide le ricostruzioni di quelli della villa del Nilo, a Leptis, che rappresentano temi legati al grande fiume africano, con scene di navigazione, pescatori e divinità nilotiche. Completano l'esposizione la sezione bizantina e quella dedicata alla cultura islamica, berbera e tuareg, dove è un'interessante ricostruzione di un'abitazione di Ghadames e di una tenda tuareg. Infine, una parte dedicata alla storia della Libia moderna, dalla resistenza agli invasori italiani fino alla fondazione della Jamahiriya (Repubblica).