Camminando fra le rovine dell'antica Tolemaide, in posizione suggestiva fra il mare e le pendici del monte al-Akhdar, l'impressione è quella di calpestare un tesoro in buona parte inviolato.
Considerando la vastità dell'area archeologica è infatti facile supporre che ci sia ancora moltissimo da scavare, oltre a ciò che è stato sinora portato alla luce. A maggior ragione se si considera la lunga e travagliata storia cittadina. Colonia greca con il nome di Ptolemais, principale centro della Cirenaica e capitale della diocesi durante l'impero di Diocleziano (284-305 d.C.), Tolemaide fu devastata dai vandali, fortificata dai bizantini e abbandonata dagli arabi.
La visita ha inizio dalla porticata via Monumentale (II secolo d.C.), parallela al mare e incorniciata da ricche abitazioni ed edifici pubblici. Oltre l'arco trionfale, di cui sono visibili le colonne, si incontrano le rovine della casa di Paolo e quelle delle terme pubbliche, delle quali si riconoscono gli ambienti principali e resti del mosaico pavimentale. Degna di nota è la casa della Triconchos, o almeno, ciò che rimane di questa che è una delle più fastose ville romane della zona. Risalendo verso la montagna, il palazzo delle Colonne, l'edificio più imponente (6000 m2) e caratteristico di Tolemaide, destinato al governatore della città. Cisterne, resti forse di un ginnasio, le scarse rovine di un teatro di epoca ellenistica e di un ippodromo.
Nella parte occidentale dell'antico abitato si incontrano il peristilio e un piccolo tempietto della grande villa delle Quattro Stagioni, una basilica a tre navate e spesse mura, tuttora visibili, i resti di un anfiteatro romano e di un piccolo odeon, luogo di riunioni e spettacoli musicali, trasformato in teatro acquatico e poi in semplice cisterna.