Seconda città del Paese per numero di abitanti (318mila), la capitale della regione Banato è vivace quanto affascinante, grazie a un nucleo storico rimasto immune dalla proliferazione di edifici anonimi, fenomeno che si è invece verificato in molte altre città socialiste.
È la città romena più cosmopolita, bell'esempio di convivenza fra popoli, con ben tre teatri nazionali (romeno, magiaro e tedesco) e un'insolita vicinanza della cattedrale cattolica, di quella ortodossa serba (catedrala sârbeasca) e di una sinagoga, le prime due sulla centralissima piazza dell'Unione (Unirii). Il respiro internazionale è dovuto in parte alla posizione geografica: Timisoara si trova infatti a pochi chilometri dal confine con l'Ungheria e ancora più vicina alla Serbia, con la quale, quando questa era ancora Iugoslavia, intratteneva rapporti commerciali grazie al canale navigabile della Bega che scorre fin dentro la città.
Se Piata Unirii ha il primato quanto a monumentalità e scenografia, Piata Victoriei vince la gara per la piazza più vivace e animata, anch'essa abbellita da eleganti palazzi e dalla bella chiesa metropolitana, in mattoni, con cupole e guglie decorate a motivi geometrici. Teatro delle grandi manifestazioni popolari contro il regime socialista (si notino le “cicatrici” degli spari sulle facciate degli edifici), che Ceausescu tentò invano di soffocare nel sangue, nella piazza sorge un monumento ai Caduti del 1989, a ricordo delle vittime di quei giorni.