Laghi in un Paese al 90% occupato da deserti? Il termine “ramlat” (piccolo deserto sabbioso), usato per riferirsi a questa zona che si apre a nord della valle al-Hayad, riporta con i piedi per terra. Certo, alcuni sono ricchissimi d'acqua (con un'alta concentrazione salina che permette di stare a galla con sorprendente facilità), ma i più sono piccoli stagni, mentre su altri si può persino camminare perché ridotti a croste di sale. A chi proviene da Takartibah, il miraggio sembrerà più che mai vero, con l'incantevole cerchio azzurro-blu del lago di Mandara che si apre all'orizzonte circondato da una lussureggiante oasi. Poco oltre, al di là delle dune, una fitta cortina di palme corona la lunga striscia d'acqua di Umm al-Ma (madre delle acque), il bacino da cui probabilmente ha origine la falda che alimenta i laghi. Si devono attraversare altre dune per incontrare il famoso lago di Gabraoun, il cui nome significa “tomba di Aoun”, dal leggendario capostipite dell'etnia dei duwada. Dalla sommità delle dune che lo circondano il lago appare immerso nelle palme, fra cui spuntano i tetti di paglia dell'antico insediamento dei duwada e quelli di un vecchio villaggio, oggi riutilizzato a scopi turistici. Un tuffo in un lago in pieno deserto, fra la sabbia, i silenzi e gli orizzonti di questa regione nel cuore della Libia, è un'esperienza che non ha prezzo.