Si trova 33 km a sud-est di Lubiana (autostrada A2, uscita Ivancna Gorica, quindi su strada secondaria ben segnalata). Il grande monastero cistercense di Sticna venne fondato nel 1136 da Pellegrino I, patriarca di Aquileia, e presto dotato di ampi possedimenti. Non svolse solo funzioni religiose, ma rappresentò, fino alla sua soppressione nel 1784, un importante centro culturale ed economico della Bassa Carniola: dal 1593 al 1784 ebbe l’unica scuola di musica della regione e dal suo scriptorium, a partire dal XII secolo, uscirono numerosi manoscritti di grande prestigio, oggi conservati nelle principali biblioteche d’Europa. Nel 1898 il monastero fu riaperto e tuttora un piccolo numero di religiosi continua l’opera dei predecessori in una parte del complesso, recentemente restaurato. La chiesa, dedicata a Maria Addolorata (Bazilika Žalostne Matere božje), fu edificata dai monaci nel XII secolo sotto la guida del Maestro Michele sul modello tipico cluniacense: tre navate, transetto con due cappelle e cinque absidi semicircolari e tutti i soffitti piani in legno. Subì diverse alterazioni: la prima nel periodo gotico al presbiterio, che perse le sue absidi; la seconda nel 1620, con la quasi totale ricostruzione in stile barocco; la terza nel 1760 circa, quando l’arredo interno fu completamente rifatto; la navata centrale venne ampliata e il soffitto a travi sostituito con volte a crociera. All’interno sono pregevoli l’altare maggiore con una delicata Pietà, la Via Crucis di Fortunat Bergant del 1776, le pale degli undici altari laterali del goriziano J.M. Lichtenreith e alcune pietre tombali e lapidi. Tra queste, si noti la pietra sepolcrale di Verde Visconti (1351/52-1407/14), figlia di Bernabò, moglie di Leopoldo III d’Austria, madre di Ernesto I d’Asburgo e nonna dell’imperatore Federico III. La nobildonna, rimasta vedova, si rinchiuse nel monastero dedicandosi a opere di bene e facendosi molto amare dalla popolazione locale. Il chiostro, al lato nord della chiesa e coevo, ha conservato la struttura originaria medievale, con l’aggiunta dei soffitti a crociera ed elaborati ornamenti in nicchie, affrescati nella seconda metà del XIV secolo; sono rimaste anche alcune decorazioni rinascimentali. Sul lato sud del chiostro si trova il capiente refettorio con la parete corta meridionale ornata di stucchi della fine del XVII secolo. Dietro la chiesa si apre un grande cortile chiuso perimetralmente da edifici progettati alla metà del XVIII secolo dall’architetto Candido Zulliani, autore della cappella abbaziale e della vecchia prelatura, dall’originale facciata con portone e finestre elegantemente ornate; all’interno di questi due edifici sono stati scoperti originari affreschi sulle pareti e sui soffitti. Molto interessante è la quadrilatera torre d’accesso della fine del XVI secolo, sulle cui pareti e volte si possono ammirare i più antichi stucchi sloveni (1620), raffiguranti i Padri della Chiesa, scene della Passione e del Giudizio universale. La vecchia prelatura accoglie lo Slovenski verski muzej, il Museo sloveno della Religione, dove sono esposti oggetti d’arte e storici del monastero, strumenti e arnesi delle vecchie officine del monastero e l’illustrazione della storia del cristianesimo nel territorio sloveno, oltre alla galleria che raccoglie le opere pittoriche donate da devoti.