Walt Disney è passato da queste parti, perché quello di Neuschwanstein (1868-69) è il vero e proprio castello delle favole. Indomito sognatore, il papà di Mickey Mouse deve rivaleggiare, quanto a visione fiabesca della vita, con Ludwig II, committente di questo che è diventato uno dei monumenti più visitati di tutta la Germania. Assumere un architetto non sarebbe stato sufficiente, perché il risultato sarebbe stato certamente meno romantico. Il “re delle fiabe” si affidò invece allo scenografo Christian Jank e si dotò di un potente binocolo per seguire i lavori di costruzione da Hoenschwangau, altro maniero di sua proprietà. Dietro le sue torri e torrette, al di là delle sue mura che si stagliano su uno sfondo da cartolina dato dalle acque verdi-azzurre dell’Alpsee e dai boschi che ricoprono l’altopiano e i rilievi intorno al villaggio di Schwangau, si nasconde un interno forse troppo sfarzoso. Gli arredi e la decorazione degli ambienti tradiscono il gusto di Ludwig II che, dall’esterno fiabesco, è scivolato in uno stile più vicino a quello dei sovrani tedeschi del periodo. Si visitano una falsa grotta, il salone del Cigno, la sfavillante sala del Trono e la sala dei Cantori, affrescata con scene tratte dalla saga wagneriana di Parsifal.