Le leggende parlano, come per gran parte delle città cipriote, di una fondazione a opera di condottieri achei di ritorno da Troia. Di un'origine mitologica, che le riconoscesse natali di rango, Salamis aveva bisogno, non fosse altro per confermare quella grandezza che, a partire dal VII secolo a.C., fece della città portuale sul golfo di Famagosta uno dei principali centri culturali ed economici dell'isola.
L'area degli scavi dell'antica città di Salamis è oggi uno dei siti archeologici più interessanti del Mediterraneo orientale. Varcato l'ingresso si incontra il gymansium romano, cui si accede da un portico che ha conservato una splendida pavimentazione in marmo di epoca bizantina. Si attraversano le terme, nelle quali si riconoscono varie piscine e mosaici del IV secolo d.C. Lasciati gli edifici termali, si oltrepassa ciò che rimane di un piccolo odeon, i resti di uno stadio di atletica e si raggiunge l'anfiteatro (27 a.C.-12 d.C.), tuttora in uso.
Oltre, si visita una villa romana, attraversando un'area in cui gli scavi hanno portato alla luce altre rovine e una strada romana perfettamente conservata. Si incontra quindi la prima delle due grandi basiliche paleocristiane della città, dedicata ad Agios Epifanios, divisa in sei navate e della quale rimangono poche tracce degli antichi mosaici. Costeggiata la spianata dell'agorà si incontra il basamento del tempio di Zeus. Da qui una stradina conduce in direzione del mare, alla basilica di Kambanopetra, della quale si ammirano resti importanti e un bel mosaico su una terrazza affacciata sul Mediterraneo.