Un lago delle mosche, una “cappella gotica” di lava, tagli profondissimi nella roccia, crateri di fango ribollente. Ha preso il nome dal lago Mývatn (in islandese, “mosche”) e dal fiume Laxá, ma l'area di questa riserva naturale, istituita nel 1974, ha ben altro da offrire. Il curioso nome del lago, alimentato in massima parte da sorgenti sotterrane, è legato alle due schiuse annuali di ditteri (mosche e moscerini), insetti la cui grande presenza ha portato la zona a essere popolatissima di pesci e uccelli alla ricerca di cibo facile. Habitat e luogo di nidificazione per molte specie di uccelli, tra cui la strolaga maggiore, lo svasso cornuto, l'oca zamperosee e la sterna codalunga, è l'unico sito europeo dove nidifica il quattrocchi d'Islanda (una sottospecie di anatra selvatica). Ma oltre ad appassionati ornitologi e bird-watcher, la riserva ha altri motivi di interesse, salvaguardando diversi fenomeni naturali di origine vulcanica. Sulle pendici del rilievo montuoso di Námafjall è infatti il Námaskard, una vasta area di fenomeni geotermici e solfatare, potentissimi getti di vapore surriscaldato, crateri, pozze e vasche di acqua e fango ribollente. Ambienti vulcanici anche sulle pendici del Krafla, nell'area di Grjótagjá, dove sono campi di lava e un'impressionante spaccatura, e nella vasta depressione di Dimmuborgir, il cui nome islandese di “castelli neri” identifica un'area dominata dalle forme bizzarre della lava solidificata cui la fantasia popolare ha dato un nome.