Parte del sito archeologico di Hagar Qim, questo tempio sorge in un luogo di per sé sacro, su di un plateau elevato, caratterizzato da una bassa vegetazione che in primavera torna alla vita con i fiori e i colori tipici della macchia mediterranea. Da qui la vista spazia sul mare, sull’isolotto di Filfla e sulla vicina costa. Costituito da tre templi accostati, disposti a semicerchio, il complesso risale al 3600-2500 a.C. Il più antico, e peggio conservato, dei tre edifici ha una pianta a trifoglio; al centro è il santuario dalla pianta più regolare, costituito da due sale in cui si trovano due altari, uno dei quali rivela un disegno che testimonia i lavori di progettazione ad opera degli architetti. Il terzo tempio, dalla struttura intricata, ha fatto sbizzarrire la fantasia degli studiosi per una piccola apertura dall’incerto scopo: osservatorio astrale e sofisticato calendario per alcuni, per altri bussola oracolare dalla quale i sacerdoti dispensavano consigli. Culto del sole a parte, il ritrovamento di statuette in terracotta deformate (conservate al Museo archeologico di Valletta) ha fatto pensare che questo edificio fosse luogo dove i malati e i loro parenti andassero a chiedere intercessioni e miracolose guarigioni alla divinità.