Tre isolotti brulli e montuosi che spuntano nell’Atlantico a soli 15 km dalla penisola di Iveragh. Qui la corrente del Golfo garantisce un clima particolarmente favorevole, ma questo arcipelago non è certamente terra adatta all’agricoltura, né tantomeno all’insediamento umano, almeno non oggi. Scarsamente accessibili per mancanza di approdi attrezzati (salvo l’isola maggiore), sono pochissimi i visitatori che possono raggiungerle: è stato infatti limitato lo sbarco dei turisti per proteggere questo fragilissimo ecosistema, paradiso per gli uccelli marini. Sul maggiore dei tre scogli, Skellig Michael, strette rampe di scale scavate nella roccia si inerpicano fin quasi in vetta (217 metri), portando a una serie di insediamenti monastici paleocristiani noti come Sceilg Mhichíl. Si tratta di piccoli oratori, costruzioni in pietra simili ai nostri nuraghi e trulli, cui si aggiungono le tracce di una chiesetta. Per non disturbare la nidificazione degli uccelli marini e la quiete che regna sull’arcipelago, il centro “The Skellig Experience”, su Valentia Island, organizza giri in barca intorno a Skellig Rocks, senza però che si possa sbarcare sugli isolotti. Un arcipelago che da alcuni è stato definito una concentrazione di scogli e probabilmente sì, questi sono poco più che “rocks”, se non fosse che l’Unesco ha riconosciuto l’importanza storica dell’antico insediamento monastico.