Boschi di pini marittimi, querce e lecci che scendono fino al mare. Scogliere, grotte carsiche e spiagge in insenature dalle acque di cristallo. Piccoli, tranquilli villaggi di pescatori collegati da un’unica strada. Persino due laghi di acque salmastre, immersi nel verde fitto e collegati al mare da stretti canali. È davvero bello il paesaggio di quest’isola, che si allunga per 38 km parallela alla penisola di Pelješac, meta ideale per chi è alla ricerca di natura e silenzio. Tanto bello che alcuni lo identificano con l’isola di Ogigia, dove Ulisse rimase lunghi anni, incantato dal paesaggio e dalla ninfa Calipso. Un terzo della sua superficie – la parte occidentale – è stato dichiarato nel 1960 parco nazionale (Nacionalni Park Mljet), nel quale si snodano sentieri che raggiungono scogliere solitarie e punti panoramici; da Veliki Grad, la cima più alta dell’isola (m 514), lo scenario di mare, verde e costa è davvero ineguagliabile. Abitata sin dalla preistoria, l’isola fu colonizzata dai greci nel IV secolo a.C. Divenuta romana, fece parte dell’impero d’Oriente. Fu popolata dai narentani, poi soggetta a Venezia e dal 1410 a Ragusa, alla quale rimase legata fino al 1808.