Con la ‘regia’ di Jacques-Louis David il funerale di Voltaire al Panthéon (1778) fu organizzato come nell’antichità: sul carro funebre che portava il sarcofago, il filosofo era nudo e coronato dall’Immortalità, e i costumi, gli strumenti musicali e i movimenti del corteo erano ispirati all’antica Roma. La prima pietra dell’edificio fu posata nel 1764 sulle rovine della chiesa abbaziale di Ste-Geneviève che durante la Rivoluzione divenne il Panthéon e quindi tempio della Patria. Nel 1806 tornò a essere una chiesa; nel 1885, in occasione delle esequie di Victor Hugo, diventò definitivamente il monumento ai grandi uomini. Dal 1918 le cerimonie sono state numerose: Gambetta, Jean Jaurès, Paul Painlevé, Pierre e Marie Curie (l’unica donna sepolta al Panthéon). Le ceneri di Mirabeau, Marat, Rousseau, Zola furono trasferite qui e sono ora custodite nella cripta. Il Panthéon, a croce greca, è sormontato da un’immensa cupola e il frontone (1830), scolpito da David d’Angers, reca un’allegoria: tra la Storia e la Libertà, la Patria incorona i grandi uomini. Ogni navata è delimitata da 50 colonne corinzie e occupata da sculture e dipinti, tra i quali quelli di Puvis de Chavannes. Sotto la cupola, affrescata da Antoine-Jean Gros con l’Apoteosi di Ste-Geneviève (1827), nel 1851 Foucault ripeté l’esperimento col pendolo fatto un mese prima all’Observatoire per dimostrare la rotazione terrestre. La visita della cupola offre una bella vista su Parigi, mentre nella cripta, come accennato, si vedono le tombe di molti personaggi famosi.