Ci sono voluti più di quarant’anni per poterla costruire – dal 1877 al 1923 – e la lista delle frasi celebri sulla bruttezza del monumento e delle ingiurie rivolte ai suoi costruttori è interminabile. Ma il Sacré-Coeur sembra ignorare tutto ciò; insieme alla Tour Eiffel e alla Tour Montparnasse domina il panorama della città. Incredibilmente bianca, realizzata con la pietra calcarea di Château-Landon che ha la proprietà di non trattenere la polvere, rimanda un’immagine surreale; lo slancio delle cupole allungate, strette alla base da un ammasso di volumi incastrati gli uni negli altri, crea una spinta verso l’alto mai raggiunta neanche dalle cattedrali gotiche. Per espiare i peccati di un secolo senza religione (la disfatta prussiana, la Comune, la perdita dell’Alsazia e della Lorena), due nobiluomini parigini, Legentil e Rohault de Fleury, fecero voto di costruire una chiesa dedicata al culto del Sacro Cuore. Il compito affidato a Paul Abadie era preciso: né cattedrale, né chiesa, né parrocchia, ma un luogo di pellegrinaggio. Si spiegano così l’ampiezza del sagrato e quella della scalinata, che permettono l’organizzazione delle processioni nonché vedute d’eccezione, le numerose cappelle e la chiesa sotterranea per celebrare più messe contemporaneamente. Durante i lunghi anni di lavori il progetto in stile romanico-bizantino di Abadie si modificò dando vita a un ibrido inclassificabile, che è comunque un meta d’obbligo nella visita della città e che accanto alle cupole a ‘pan di zucchero’, nel campanile conserva la Savoyarde, una delle campane più grandi del mondo.