Riaperto nel 2005 dopo un radicale restauro, il museo è intitolato al milanese Enrico Cernuschi (1821-96), singolare figura di patriota, economista e finanziere (fu tra i soci fondatori e poi codirettore della Banca di Francia), che morendo lasciò il suo palazzo e la sua splendida raccolta d’arte orientale alla città di Parigi. Cernuschi infatti fu anche un grande appassionato di letteratura e di arti e ciò lo spinse a intraprendere un lungo viaggio: arrivò in Giappone passando per gli Stati Uniti, attraversò la Cina, Giava, Ceylon e l’India; lo accompagnava Théodore Duret, critico e amico degli impressionisti. E sono proprio i libri, le stampe, le fotografie, le ceramiche, i bronzi (di spicco la grande statua del Buddha Amida), i gioielli e i ricordi che portò di ritorno dal suo peregrinare – e che influenzarono l’immaginario dei giovani espressionisti francesi – a costituire il nucleo principale del museo.