Inaugurato nel 2005, è un centro di documentazione e informazione sulla tragedia vissuta dagli ebrei il termine yiddish «shoah» significa appunto ‘catastrofe che annienta’ – ai tempi del nazismo, in Francia biecamente fiancheggiato dal regime di Vichy. Ma non è solo un luogo dedicato al ricordo, è anche un ‘museo per la vigilanza’, nato per far comprendere la follia delle persecuzioni razziali affinché la storia non abbia a ripetersi. All’interno si trovano il Mémorial du Martyr juif inconnu (primo piano interrato), tomba simbolica in forma di stella di David con al centro una fiamma perenne, già presente in questo stesso luogo dal 1956, e sale allestite con fotografie e oggetti di ebrei scomparsi nell’Olocausto. All’entrata il muro dei nomi ricorda le 76.000 vittime deportate dalla Francia, mentre il muro di cinta sull’allée des Justes è ornato di lastre che riportano i nomi degli oltre 2500 ‘giusti di Francia’, ovvero quanti durante la Shoah offrirono aiuto agli ebrei a rischio della propria vita.