Queste sezioni sono disposte a pianterreno e primo piano Denon e Sully; la visita segue un ordine cronologico che comincia dal III millennio a.C. e termina con opere del VI secolo d.C. La Nike di Samotracia (190 a.C. circa) domina lo scalone Daru (ala Denon). Arte greca: l’Idolo a Campana (700 a.C.) è un’insolita statuetta in terracotta dalla Beozia che rimanda alla fine dell’età geometrica, e la misteriosa Dama di Auxerre (640-630 a.C.), è un capolavoro d’arte dedalica, dallo scultore Dedalo a cui erano attribuite le sculture più antiche. Il percorso che sfocerà nella piena conquista delle forme del corpo umano passa dalla kore nota come Hera di Samos (570-560 a.C. circa), statua votiva dalla Testa di Cavaliere (o Cavaliere Rampin, 550 a.C. circa), resto della prima statua equestre conosciuta. Nella Galerie Daru si trova il Guerriero combattente, noto come Gladiatore Borghese (I sec. a.C.), firmato da Agasia di Efeso, che documenta il grande Lisippo trattandosi di copia romana in marmo di originale greco in bronzo. Interessanti la metopa che rappresenta Eracle e il toro di Creta (proveniente da Olimpia, 460 a.C. circa) e la lastra col corteo delle Panatenee, parte del fregio del Partenone (445-435 a.C.). La testa Kaufmann (150 a.C.) è invece ispirata a un’Afrodite di Prassitele. Capolavoro ellenistico indiscusso è poi la Venere di Milo (100 a.C.), una delle opere-simbolo del Louvre. La statua è composta da due parti che si uniscono dove si trovano le pieghe della veste. Arte etrusca: il Louvre custodisce il capolavoro più noto della scultura etrusca: il sarcofago degli Sposi (520-510 a.C.), grande urna cineraria in terracotta che su un triclinio presenta la toccante raffigurazione di una coppia di defunti che si abbracciano e sorridono durante il banchetto rituale. La testa di Acheloo mostra anche perfezione tecnica e eleganza dei dettagli(480 a.C.). La stessa mirabile abilità emerge anche dagli altri oggetti in bronzo e in metalli preziosi, come ad esempio lo specchio (fine IV secolo a.C.) inciso con figure mitologiche. Arte romana: è stata spesso posta a confronto con quella greca e considerata una diretta emanazione di questa anche perché artisti greci lavorarono a Roma, come dimostra la statua funeraria in onore di Marcello ritratto come Hermes (23 a.C.), eseguita dall’ateniese Cleomenes (il suo nome compare sul guscio della tartaruga). Adattato alla ‘romanità’ è il fregio del Corteo imperiale (13-9 a.C.) dell’Ara Pacis mentre l’importanza data al ritratto dalla scuola romana è evidente in quello di Livia (31 a.C.), moglie di Augusto, e in quelli di Traiano (100 d.C. circa), di Adriano (130 d.C. circa), di Erode Attico (161-62 d.C. circa) e Faustina la Giovane (161 d.C. circa). Maggiore essenzialità e una certa idealizzazione dei tratti si può intravedere osservando la testa di Caracalla bambino (196-204 d.C. circa) e quelle di Alessandro Severo (226-235 d.C. circa) e di sua moglie Orbiana, e poi quelle di Gordiano III e di Gallieno. Il Louvre custodisce anche importanti resti architettonici romani, come i pilastri di Salonicco (II-III sec. d.C.), chiamati nel medioevo Incantada. Interessanti anche i mosaici: il mosaico delle Stagioni (IV sec.) da Daphne (Turchia), quello del Giuramento di Paride (II sec.) da Antiochia (Turchia) e quello di Kabir Hiram (Libano) furono direttamente ispirati da alcuni dipinti. Notevoli le terrecotte e la collezione Campana, tra cui un cratere (510 a.C. circa) e una coppa (500-490 a.C. circa) di Euphronios, e alcune anfore attiche firmate da Exekias (540 a.C. circa) e da Andokides (530 a.C. circa). Il primo piano dell’ala Sully ospita i bronzi e gli oggetti preziosi come l’Apollo di Piombino (500 a.C. circa) e il Tesoro di Boscoreale (I sec. a.C.- I sec. d.C.), esposto sotto un soffitto cinquecentesco dove le tele degli Uccelli di Braque (1953) contrastano meravigliosamente con i legni dorati.