Inaugurato nel 1977, lo spazio culturale più frequentato di Francia (progettato per accogliere 5000 visitatori al giorno, ne riceve invece 25 000) è diventato, ancor di più con l’ultima fase di rinnovamento (gennaio 2000), ciò che gli architetti Renzo Piano e Richard Rogers si erano proposti di realizzare negli anni ’70, quando, spinti da un’idea del presidente George Pompidou, vinsero il concorso per la sua realizzazione: un luogo di accesso all’arte contemporanea per il grande pubblico e in cui cinema, arti visive, fotografia, musica, libri e ricerca audiovisiva fossero per la prima volta riuniti, in un edificio dove l’interno e l’esterno fossero interscambiabili nella struttura. Le varie parti del Beaubourg hanno una corrispondenza cromatica e si identificano in diversi circuiti che rimandano: blu per l’areazione , verde per le tubature dell’acqua, giallo per l’elettricità e rosso per gli spostamenti umani (circolazione delle scale mobili, degli ascensori e dei montacarichi). L’interno comprende cinque piani più due sotterranei: alcune delle attività non si svolgono sempre nello stesso luogo, ma “migrano”, com’è nella filosofia dell’intero progetto. Gli elementi principali che oggi lo compongono sono il Forum, luogo spettacolare su tre piani in cui si organizzano le attività e i servizi e da cui si raggiungono i vari spazi espositivi; le sale cinematografiche; il nuovo espace Spectacles, consacrato al teatro alla danza e alla musica; la Bibliothèque publique d’information e soprattutto il Musée National d’Art moderne. Quest’ultimo conserva più di 30 000 opere d’arte del ’900 francesi e straniere, che prima dell’apertura del museo erano distribuite in varie istituzioni parigine. Le donazioni di molti privati e ulteriori acquisizioni continuano ad accrescere il numero delle opere, sistemate al quarto e al quinto piano.