Chiusa a nord dall’Hôtel-Dieu, prima della regolarizzazione haussmanniana, lo spazio che oggi si apre di fronte alla cattedrale parigina si componeva di viuzze tortuose, qualche bel palazzo, 22 chiese medievali, antiche osterie e cabaret. Percorrendo questo affollato e vivace quartiere (chi non ricorda i saltimbanchi che Quasimodo contemplava affacciandosi dalle torri?) non si scorgevano che vedute parziali di Notre-Dame, che appariva in tutta la sua grandiosità solo quando ci si ritrovava davanti; oggi invece lo spiazzo pedonale che precede la cattedrale è uno degli scorci preferiti dai fotografi e dai turisti. La piazza, ora dedicata a Giovanni Paolo II, è il centro non solo della Cité ma dell’intera città e della Francia: da qui si misurano infatti le distanze nazionali (una placca in bronzo sul lastricato indica il simbolico punto di origine delle strade) e da qui molti turisti cominciano la loro visita di Parigi. Sono loro che durante il giorno formano il serpentone che ‘attraversa’ la piazza, in attesa di entrare nella cattedrale, mentre di sera i ‘signori’ del luogo sono i giovani che gareggiano in abilità sugli skateboard. Sotto il sagrato si estende la crypte archéologique, mentre verso la Senna si erge la statua equestre di Carlo Magno con Orlando e Oliviero, di Louis e Charles Rochet (1877). Accanto al monumento è il Petit Pont, il ponte più corto di Parigi (solo 40 m) che porta sulla Rive Gauche: vecchio di duemila anni, in epoca romana collegava la Cité alla strada principale della cittadina, rue St-Jacques, dove si trovavano il Foro e le terme; nel medioevo – come tutti i ponti – era a pedaggio, eccezion fatta per gli artisti di strada.