La dimensione teatrale di rue de Belleville, luogo di storia e storie, traspare nella letteratura – i romanzi di Daniel Pennac offrono uno splendido ritratto dei personaggi e delle atmosfere di quartiere – e nel cinema. Villa Castel, un complesso di piccole case visibile dal passage Plantin, fu scelto da François Truffaut come scenario del film Jules e Jim (1961). Dietro la cortina degli edifici, accanto a orribili costruzioni anni ’70, si nascondono le cités-jardins, insediamenti operai d’inizio Novecento. Ai lati di piccole strade, dietro griglie invase da grovigli di glicini e vigne, si intravedono villette unifamiliari circondate da giardinetti traboccanti di vegetazione; belle scale in ferro battuto conducono al portoncino d’ingresso al piano rialzato, spesso decorato con motivi liberty (un esempio al N. 151). All’incrocio con rue Télégraphe si trova il cimetière de Belleville, a un’altitudine di 128 m, il punto più alto dell’est parigino. Tra gli alberi secolari appartenuti al parco del castello di Ménilmontant, nel settembre del 1792 Claude Chappe installò il primo apparecchio telegrafico e, creduto una spia, venne attaccato dai sanculotti. Due anni dopo, Chappe realizzò il primo ponte telegrafico tra Parigi e Lille. All’altezza di place des Fêtes, rue de Belleville fiancheggia Le regard de la Lanterne, uno dei luoghi più panoramici della strada. Nel XII secolo era il terminale dell’acquedotto del villaggio di Belleville: i monaci proprietari del terreno, sfruttando l’impermeabilità del suolo argilloso, crearono un sistema di canalizzazioni per distribuire l’acqua ad altri conventi e alle fontane pubbliche. Lungo il percorso furono eretti nel XVI-XVIII secolo alcuni «regards», piccole strutture cilindriche coperte da una cupola in cui gli ispettori del re potevano – una volta all’anno – controllare la limpidezza e il sapore dell’acqua e verificare che non ci fossero derivazioni clandestine.