Parigi e periferia, città e natura, scienza e arte, occasioni per divertirsi ma anche per imparare. Questo è ciò che trasmise il progetto di Bernard Tschumi, che nel 1983 vinse il concorso per realizzare il parc de la Villette, il più grande della città, che avrebbe dato nuova vita alla zona. Sempre accessibile, di giorno e di notte, racchiude giardini e corsi d’acqua, luoghi di svago e luoghi dedicati alla scienza e alla cultura, nonché lo Zénith, frequentatissima sala per concerti in cui si esibiscono grandi nomi della musica rock, pop e rap. Il canal de l’Ourcq lo attraversa da est a ovest e il canal St-Denis ne segna il confine occidentale: nell’800 entrambi servivano per alimentare la capitale d’acqua potabile e come vie di comunicazione e scambio, oggi sono utilizzati per l’approvvigionamento d’acqua non potabile e per la navigazione da diporto. Lungo i sentieri, Tschumi ha disseminato le folies, spiritosi padiglioni di metallo dipinto di rosso destinati a varie funzioni: biglietterie, punti di informazione e di ristoro per i visitatori, belvedere. L’itinerario, di 3 km, passa attraverso i giardini tematici: quello ‘degli specchi’, con i suoi monoliti riflettenti nascosti tra i pini; quello ‘della nebbia’, in cui microgetti innalzano muri d’acqua vaporizzata; e, ancora, il giardino ‘delle vertigini’, con i suoi giochi di movimento ed equilibrio; fino ad arrivare al giardino ‘degli spaventi infantili’: un percorso attraverso una foresta buia e incantata da una misteriosa musica.