È la lunga arteria (1,8 km) che collega place de la Bastille e place de la Nation, attraversando il sobborgo omonimo sorto nel medioevo ‘fuori le mura’ attorno a un’abbazia intitolata a sant’Antonio, sul cui sito è oggi l’hôpital St-Antoine. Qui era l’antico regno dell’ebanisteria francese: nei laboratori sulla via, nei cortili e nei pittoreschi «passages» laterali, che tuttora paiono scorci di un borgo artigiano del ’700 (particolarmente suggestivi lo Chantier al N. 66 e la cour de l’Étoile-d’Or al N. 75), sono stati realizzati i ricchi arredi destinati alle sale di Versailles e ai tanti hôtel particulier. Sì, perché solo in questo faubourg – per ‘intercessione’ dei monaci – gli artigiani erano liberi dai vincoli corporativi che limitavano la creatività. Ancora oggi, nonostante le insegne rivelino qua e là atelier dove il vecchio ha ceduto il passo al nuovo, non è difficile imbattersi in botteghe in cui i mobili vengono intarsiati, dorati, laccati, rivestiti di tessuti. Non sorprende pertanto che proprio nelle vicinanze, in rue Pierre Bourdan, sia stata aperta una scuola dedicata alla falegnameria e alle arti applicate, l’École Boulle, intitolata André-Charles Boulle, colui che Colbert definì il «più abile ebanista di Parigi» e che venne perciò accolto al palais du Louvre da Luigi XIV nel 1672. Una deviazione lungo rue de la Forgé Royale porta alla chiesa di Ste-Marguerite (metro Ledru-Rollin, Faidherbe-Chaligny), che si affaccia al N. 36 di rue St-Bernard. Fondata nel 1627 dal parroco di St-Paul Antoine Fayet, fu sottoposta ad ampliamenti successivi che della primitiva struttura hanno risparmiato solo la navata. Nel 1760-65 Victor Louis realizzò la chapelle des Âmes du Purgatoire, l’elemento architettonico più interessante dell’edificio, affrescata in trompe-l’oeil dall’italiano Paolo Antonio Brunetti, che con colonne, un falso arco e la luce zenitale che lo illumina creò una scena tipicamente barocca ed estremamente suggestiva. Proseguendo a nord, si raggiunge rue de Charonne (metro Bastille, Ledru-Rollin, Charonne), animata nel primo tratto da ristoranti e locali, che in passato conduceva all’antico villaggio omonimo. Ai NN. 51-53, l’hôtel de Mortagne, oggi celato dietro un brutto palazzo, fu costruito nel 1661 da Delisle-Mansart e acquistato nel 1711 dal conte de Mortagne. Nel 1746 Jacques de Vaucanson lo affittò per installarvi la sua collezione di ‘robot’: il suonatore di flauto, il giocatore di scacchi, anatre che mangiando starnazzano e agitano le ali. Il palazzo fu in seguito adibito a laboratorio di meccanica del re, fino al trasferimento di tutte le collezioni al Conservatoire national des Arts et Métiers.