Caratterizzato da severe e imponenti forme neoclassiche, fu costruito dagli architetti Henri Deglane, Albert Louvet e Albert Thomas in occasione dell’Esposizione Universale del 1900 per accogliere le manifestazioni dedicate alle arti. La sua realizzazione faceva parte di un vasto programma urbanistico che, al posto dei precedenti Palais de l’Industrie e Pavillon de la Ville de Paris, prevedeva l’apertura di una grande avenue (in asse con Les Invalides e il ponte Alexandre III) e la costruzione di due palazzi (il Grand e il Petit Palais). Mascherando dietro un colonnato neoclassico la struttura in ferro e vetro della maestosa sala principale, per il Grand Palais (restaurato nel 2005) fu utilizzato un codice architettonico già caduto in disuso, anche se all’interno furono applicate soluzioni interessanti, come lo scalone monumentale in acciaio (di Louvet), curioso incrocio tra neoclassicismo e art nouveau. Nel corso del tempo l’immensa sala d’esposizione e i contigui spazi delle Galeries Nationales (con accesso da avenue Général-Eisenhower) hanno accolto maestri come Gauguin e Cézanne, ma anche concorsi ippici, saloni dell’automobile e perfino mostre di elettrodomestici, sacrificando in parte la sua vocazione di palazzo delle arti classicamente inteso per diventare location di eventi spettacolari in senso più ampio (danza, teatro, sfilate di moda…). Senza scordare che questa è la location principale della Foire international d’Art contemporaine-Fiac, in cui si esalta la creatività d’avanguardia. Nell’elegante café del Grand Palais, il Mini Palais, è stato inaugurato un «bar à champagne» dove si brinda con le bollicine.