Grande monumento sotterraneo dell’età del rame (III millennio a.C.), fu scoperto per caso nel 1902 durante gli scavi di una casa e fu poi esplorato da Themistocles Zammit che portò alla luce, tra i reperti oggi conservati al Museo archeologico di Valletta, un piatto con incisioni animali e una statuetta di 12 cm, nota come “Sleeping Lady”. Sconsigliata ai claustrofobici e rigorosamente limitata a poche persone alla volta, la visita porta alla scoperta dei tre piani di questa città sotterranea (occupa una superficie di 2500 m2) nella quale furono inumate oltre 7000 persone. Ma questo non era solo un luogo di sepoltura. Si scende a meno 3 metri, a meno 5.5 e a meno 10, e aumenta la raffinatezza e la complessità nella lavorazione dei cunicoli e delle stanze. Il primo piano, probabilmente un adattamento di grotte preesistenti, è definito grezzamente e contrasta con la ricerca estetica del secondo e del terzo livello. Dipinti sui soffitti, nicchie nelle pareti, finestre, scale realizzate nella roccia: è stata creata una vera e propria architettura sotterranea, a imitazione dei contemporanei santuari in superficie di Gozo e Tarxien. Un intricato motivo arboreo, detto “albero della vita”, decora il soffitto della stanza dell’Oracolo, nella quale si apre una curiosa nicchia che agiva a mo’ di megafono rudimentale, da cui uscivano amplificati le sentenze e gli oracoli pronunciati dal sacerdote. Elaborato quanto un tempio esterno è il “sancta sanctorum”, il maggiore luogo di culto dell’ipogeo, cui si accede da un’entrata a trilite (due pietre verticali e una sistemata ad architrave). L’ipogeo di Hal Safllieni è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.