In una terra totalmente piatta, soggetta alle piene dei suoi fiumi, questa città ha sempre costituito il luogo ideale per l’insediamento, grazie alla sua posizione in leggero rilievo, proprio a fianco del corso della Drava. Durante la recente guerra d’indipendenza, molti hanno lasciato la città, giacché vi passava la linea del fronte, spesso senza farvi ritorno, anche per le incerte prospettive economiche. Oggi ha consistenza demografica e importanza economica decisamente più modesta non solo della capitale, ma anche di Spalato e di Fiume, pur rimanendo la più grande città della Slavonia, centro regionale culturale e sede universitaria. Si pensa che il primo insediamento stabile nel territorio di Osijek sia perfino precedente al periodo degli illirici. Fu quindi colonizzata dai romani col nome Mursa, divenendo una ricca città di frontiera (limes dell’impero era il Danubio, che scorre non lontano da qui). Distrutta durante le grandi migrazioni di popoli (V-VI secolo), venne rifondata dai croati, che vi si stabilirono già all’inizio del VII secolo. La città, il cui nome Eszek – da cui Osijek – si trova la prima volta in documenti del 1196, nel medioevo ebbe un ruolo molto importante per i commerci, confermatosi durante la dominazione turca (1526-1687). Dopo la liberazione, Osijek assunse un nuovo aspetto: al posto della città medievale fu eretta una fortezza (Tvrda), circondata da mura con quattro porte, di cui si conserva ancora quella a nord (Vodena vrata, porta dell’Acqua). Nella stessa epoca furono edificate intere aree urbane: a occidente Gornji grad (città alta), che divenne il polo amministrativo; a oriente Donji grad (città bassa), centro di commercio e artigianato; a sud-est Novi grad, la cosiddetta Neustadt (città nuova), popolata soprattutto da immigrati tedeschi, dediti all’artigianato. Nel 1786 le diverse parti si unirono in un’unica città, che Francesco I proclamò nel 1808 ‘città reale libera’ (la dichiarazione dell’imperatore si conserva nel Museo della Slavonia, nel palazzo del vecchio Municipio). Nel XIX secolo e agli inizi del XX l’ottima rete stradale, il traffico fluviale e ferroviario, la ricchezza di acque e foreste, vigneti e campi coltivati, uniti alle manifatture e alle prime industrie, consentirono a Osijek di divenire un polo importante nell’Europa centrale. Con la formazione del regno iugoslavo, iniziò un periodo di ristagno che si protrasse in epoca socialista e divenne crisi acuta con la guerra degli anni Novanta e le sue tragiche conseguenze.