I maltesi la conoscono come la “Rotunda” per la sua maestosa cupola che si staglia nel cielo azzurro dell’isola, la terza più grande d’Europa dopo quelle di San Pietro a Roma e Santa Sofia a Istanbul. Fu realizzata con le donazioni e le collette dei fedeli, arruolando parrocchiani come muratori, sotto la direzione dei lavori di un capo mastro analfabeta e un architetto osteggiato dalla Chiesa: la costruzione della Cattedrale di Mosta, dedicata all’Assunzione, non nasceva certo con gli auspici della sorte. I lavori, iniziati nel 1833, si protrassero per 27 anni a causa di intoppi di vario genere, tra questi un’epidemia di colora che dirottò i soldi verso le cure degli ammalati e la disapprovazione del vescovo che storse il naso davanti alla pianta tonda dell’edificio, troppo simile a una moschea, diceva. Ispirato al Pantheon romano, l’architetto maltese Giorgio Grognet de Vassé che progettò St Mary non fu intimidito dalle critiche del vescovo e ne aumentò ulteriormente le dimensioni: 60 metri il diametro esterno, 43 quello interno, 66 metri l’altezza massima. Sotto questa cupola colossale un interno articolato in sei cappelle disposte simmetricamente intorno alla settima, centrale, dove si trova l’altare maggiore; affreschi di Giuseppe Cali alle pareti e 16 finestre a illuminare dall’alto il pavimento e le sue geometrie in marmi policromi.