La mole frontale della principale stazione ferroviaria passeggeri di Milano è interamente rivestita in pietra d’Aurisina, con esuberanti decorazioni plastiche che in corso d’opera, tra 1927 e 1931, finirono per essere più pesanti di quanto Ulisse Stacchini avesse previsto nel 1912 per il suo progetto originario, fra liberty e tardo eclettismo. Gli elementi più tipici della sovrabbondante architettura si colgono levando lo sguardo in alto, in cerca degli animali alati della facciata, del propileo laterale su piazza Luigi di Savoia, dei medaglioni scultorei di Giannino Castiglioni nella galleria delle Carrozze al livello stradale, oggi pedonalizzata, o delle scene di panoramiche cittadine (Milano, Venezia, Roma, Firenze, Bologna e Torino), realizzate con piastrelle di ceramiche nella galleria di testa al piano dei binari. Massicci dettagli d’arredo arricchiscono anche i lati delle volte sopra i binari di testa, progettate da Alberto Fava: la copertura a cinque campate in ferro e vetro è l’exploit tecnico-strutturale di gran lunga più interessante dell’edificio. Tra il 1943 e il 1945, dal binario 21 partirono treni carichi di deportati diretti verso i campi di concentramento nazisti. Dal 2013 Milano denuncia quell’orrore e ne ricorda le vittime con il Memoriale della Shoah (accesso su prenotazione da piazza Saha) che si sviluppa nelle gallerie della stazione, presso il deposito utilizzato dai tedeschi per caricare i deportati sui vagoni merci. Sul muro dei Nomi sono elencate tutte le vittime.