È qui che, secondo alcune interpretazioni del libro dell'Apocalisse, si svolgerà l'Armageddon finale. Per altri sono state invece le numerose guerre che hanno devastato Megiddo nel passato a farla chiamare con il nome di Armaghedòn (Har Megido) nell'ultimo Libro del Nuovo Testamento, e a far nascere l'idea che questo fosse il luogo della battaglia decisiva fra Bene e Male. Situata in posizione strategica, controllava il passaggio obbligato da Oriente verso il mare e questo, oltre ad averla trasformata in un centro commerciale di rilievo, non l'ha mai lasciata tranquilla troppo a lungo.
Il sito archeologico della città antica, ora National Park, è uno dei più impressionanti e ricchi di fascino di Israele. La superficie del tell, la collina dell'area archeologica, misura 5 ettari e mezzo, e gli scavi hanno portato alla luce 20 fasi di insediamento dal 40000 a.C. al periodo persiano. Si accede dalla porta a tenaglia, che risale al regno di re Salomone (1000-900 a.C.). Tenendo la sinistra si arriva ai resti di un altare cananeo costruito con sassi non lavorati, che raggiunge un diametro di circa 10 metri e al quale si accede da una breve scala; nei pressi, un tempio a due sale eretto verso il 2500 a.C. Salendo la collina si incontrano alcune tombe della prima metà del III millennio a.C., scavate nella roccia o sistemate in grotte. Si giunge quindi a un silo di 12 metri di diametro, alle cui spalle sorgeva il palazzo reale detto “di Salomone”. Accanto, le “scuderie di Salomone” e strutture destinate alla custodia dei carri da guerra.
All'estremità est della collina si trova un pozzo profondo 35 metri che conduce a un tunnel lungo 62 metri. Questo consentiva alla fortezza di Megiddo di resistere anche a lunghi assedi dato che era collegato con l'esterno della cittadella. Dal 2005 il sito è parte del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.