Si dice Masada e si pensa a Erode il Grande, al quale si devono i colossali lavori che trasformarono la città in un luogo inespugnabile. Arroccata su uno sperone roccioso, in una zona desertica e assolata, la poderosa fortezza voluta da Erode sorge in posizione imprendibile a 400 metri sul livello del mar Morto e si compone di una serie di strutture che, grazie al racconto di Giuseppe Flavio (“Guerra Giudaica”, circa 70 d.C.), sono state più facilmente riconosciute.
Tutelato in un Parco Nazionale, il sito è Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco e offre uno degli scenari più suggestivi di Israele. Si sale in funivia e si accede dalla porta orientale. Proseguendo verso destra si incontra l'Edificio VIII, tipica villa residenziale con cortile e sale affrescate. Immensi i magazzini, destinati alla conservazione di cibi e di qualsiasi altro rifornimento potesse permettere ai cittadini di resistere a un lungo assedio. Seguono le terme e il palazzo settentrionale, villa a uso privato del re, costruita su tre terrazze poste a diverse altezze.
Si incontrano una sinagoga, una chiesa bizantina, il quartiere degli ufficiali e si arriva all'immenso palazzo occidentale (3000 m2 di superficie). Destinato a usi cerimoniali e residenziali al tempo di Erode, presentava una pianta alquanto articolata, fra ambienti di rappresentanza, stanze private, abitazioni per la servitù e magazzini. Nell'area meridionale della cittadella si trovano una piscina, una villa erodiana, resti di abitazioni e la fortezza meridionale, concepita per la difesa del versante sudoccidentale di Masada. Nei pressi, una grande vasca forse destinata a usi agricoli e una enorme cisterna che dà l'idea della grandezza e della complessità del sistema idrico voluto da Erode.