Le 7 sale (secondo piano a sinistra) di questo dipartimento ospitano reperti provenienti da un’ampia porzione dell’Asia, incentrata sull’area mesopotamica ed estesa a nord fino al Caucaso e alle steppe dell’Eurasia, a sud alla penisola arabica, a ovest all’Anatolia, alla Siria e al Mediterraneo, a est – attraverso l’Iran – fino alla valle dell’Indo, a coprire tutto il periodo preislamico, dal Neolitico (VIII millennio a.C.) alla conquista araba (626 d.C.). Un’esperienza suggestiva e fuori dal comune è offerta dall’allestimento della galleria 401, in cui sono ambientati alcuni importanti reperti neoassiri dal palazzo di nord-ovest di Ashurnasirpal II a Nimrud (Iraq settentrionale; 883-859 a.C.), che evocano una sala delle udienze reali con la luce naturale che piove dall’alto: sono di forte impatto i buoi e leoni alati con testa umana e cinque zampe, che fungevano da guardiani delle porte, e i bassorilievi piatti che ornano le pareti, raffiguranti una cerimonia religiosa e recanti un’iscrizione cuneiforme. Tra i tanti oggetti minori rinvenuti negli scavi del palazzo, un piccolo capolavoro è la statuina in avorio di un Nubiano che reca un tributo. Seguendo il cammino cronologico dell’arte mediorientale, uno straordinario esempio di ceramica primitiva (3500 a.C.) è un vaso iranico che reca dipinti tre stambecchi dalle lunghissime corna. Alle origini della civiltà urbana mesopotamica è la città di Uruk, dalla quale viene una figurina in argento di Toro inginocchiato (c. 2900 a.C.), in atteggiamento umano, che offre un vaso in gesto di supplica. Sempre dalla Mesopotamia giunge la statuetta neosumerica in diorite del governatore Gudea seduto (2100 a.C.), con iscrizione cuneiforme. Elegante esempio della lavorazione dei metalli di cui erano esperti gli ittiti è un rython (tazza) a forma di cervo, rinvenuto in Anatolia (XIV-XIII secolo a.C.). Iranico invece uno dei più bei pezzi della collezione, classificato come Testa di dignitario (2000 a.C.) in rame arsenicale, le cui fattezze indicano la circostanza piuttosto rara che si tratti di un ritratto naturalistico di un personaggio reale. Della raffinata cultura orafa iranica è testimone una coppa con Quattro gazzelle (1000 a.C.) in oro, finemente sbalzata e cesellata. Un Leone incedente (VI secolo a.C.) dipinto a smalto su un muro di mattoni faceva parte della serie che fiancheggiava il Viale delle Processioni di Babilonia e conferma la tradizione che la città fosse scintillante di colori. Degli ultimi regni mediorientali, il regno achemenide e quello sasanide, si segnalano rispettivamente un vaso con estremità a forma di leone (V secolo a.C.), in oro sbalzato e cesellato, e una potente Testa di re, forse Shapur II (IV secolo d.C.), in argento, di grande pregio tecnico ed estetico.