Il settore (secondo e terzo piano) presenta le produzioni artistiche di Cina, Giappone, Corea, India e dintorni, sud-est asiatico a partire dal II millennio a.C. Particolarmente importante è la collezione cinese, che annovera sculture monumentali tra le più preziose del mondo. Arte cinese. Vastissima la collezione di porcellane e ceramiche cinesi (dal X secolo in poi). Di grande interesse e impatto scenografico l’arte buddhista: pezzi straordinari sono il Buddha in piedi, in bronzo dorato, del 486 (dinastia Wei); il Buddha seduto del VII secolo (dinastia T’ang), in lacca a secco dipinta. Magnifici anche alcuni esempi di pittura a inchiostro su rotolo di carta o su seta: da segnalare in particolar modo il Bianco che brilla nella notte, di Han Kan (c. 750). Impareggiabile è la cosiddetta Astor Court, ricostruzione del Cortile del Letterato nel Giardino dei Maestri delle Reti da Pesca nella città di Suzhou, a oriente di Shanghai. I manufatti di arti decorative sono piccoli tesori che documentano la raffinatezza della concezione e la consumata perizia degli artisti cinesi. Arte giapponese. Nelle sale giapponesi, le collezioni esposte di pittura, scultura e arti decorative cambiano con cadenza semestrale, mentre le stampe e i manufatti tessili, particolarmente sensibili alla luce, ruotano ogni 4 mesi. Sono permanentemente visibili le sculture buddhiste e una fontana dello scultore contemporaneo Isamu Noguchi. Oggetto tipico dell’arredamento nipponico è il paravento in carta dipinta; grande artefice fu Ogata Korin (XVII-XVIII secolo, Onde, Gli otto ponti). Arte coreana. Le esposizioni ruotano regolarmente secondo criteri tematici. Di volta in volta sono presenti dipinti buddhisti del XIV secolo o paesaggi, ‘conversazioni’ del XVI secolo o bellissime ceramiche celadon (una tipica tecnica di invetriatura originale della Corea), oppure sculture buddhiste come il prezioso piccolo Bodhisattva pensieroso. Arte dell’Asia meridionale. Nelle 10 sale in cui sono allestiti gli oggetti di India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka possiamo trovare le testimonianze delle arti plastiche provenienti dai templi dell’induismo, del buddhismo e del giainismo, dal I secolo a.C. al Settecento. Si vedono oggetti di squisita oreficeria (orecchini in oro del I secolo a.C.); sculture del periodo Gupta (Buddha in arenaria, V secolo); sculture del Gandhara (piccolo Buddha portatile, VI secolo); il passaggio verso lo stile del Kashmir (Padmapani in meditazione, VII secolo). Arte del Sud-est asiatico. Le raccolte d’arte di Myanmar, Cambogia, Thailandia, Vietnam e Indonesia comprendono oggetti delle civiltà del Bronzo, dal 500 a.C. al I millennio, sculture della cultura induista-buddhista (VIII-XVIII secolo). Spicca la statua cambogiana di Ganesh (VII secolo), il dio con la testa di elefante raramente rappresentato in pietra. Al periodo di Angkor è invece riferibile la Regina inginocchiata (XI secolo), una delle più belle statue khmer fuori dalla Cambogia. Arti del Nepal e del Tibet. Tra le più belle statue religiose della collezione si annoverano due figure in rame dorato: un Bodhisattva (IX secolo) e un Maitreya (X secolo) di eccezionale raffinatezza e mirabile austerità, opera di un grande maestro.