La collezione (primo piano a sinistra, mezzanino e secondo piano) raccoglie opere di fondamentali artisti europei e americani dall’inizio al tardo XX secolo e traccia una panoramica approfondita sulle premesse dell’odierna scena artistica. Arte europea 1900-1950. I primi movimenti innovativi, ossia le avanguardie storiche del cubismo e del futurismo sono rappresentate da opere emblematiche tra cui Candele e carte da gioco su di un tavolo di Georges Braque e Unica forma di continuità nello spazio di Boccioni. Testimone centrale della Parigi dei primi decenni del Novecento fu Amedeo Modigliani (Nudo disteso). Nacque a Parigi anche il surrealismo e protagonisti ne furono tra gli altri Jean Dubuffet, Joan Miró, Salvador Dalí. Un rilievo particolare riveste nella collezione contemporanea il gruppo di lavori di Paul Klee (Dipinto di Maggio, Giardino di piacere orientale, Natura morta). Collezione Gelman. Si concentra sul gruppo della cosiddetta Scuola di Parigi: Matisse, (Giovane marinaio II), Marc Chagall, André Derain, Juan Gris, Joan Miró (Patata), Dubuffet, Francis Bacone, lo scultore Alberto Giacometti. Arte americana 1900-1950. Gli echi del fascino dell’arte parigina invadevano anche il nuovo mondo, ma non per tutti. Edward Hopper seguiva un percorso autonomo (Faro a due luci, Tavoli per signore). Sensibile all’impressionismo fu invece Georges Bellows, mentre, emigrato a New York, lo scultore francese Gaston Lachaise vi portò i segni del classicismo. Una grande tensione vitale anima i dipinti di Stuart Davis, mentre la fede nella modernità e nell’industria è ciò in cui crede Charles Sheeler. Arte americana1950-1970. Una sala dedicata alle opere degli anni ’20 del Novecento di Henri Matisse fa da «trait d’union» fra la precedente sezione di arte europea del XX secolo e i drammatici Senza titolo degli anni ’50 di Clyfford Still. Gli anni ’50 e ’60 del Novecento vedono l’esplosione di quel movimento non ufficiale e composito che va sotto il nome di Scuola di New York, e che spostò il centro della vita artistica e culturale da Parigi a New York. Pollock (Ritmo autunnale), De Kooning, Rothko, Motherwell, Newman sono tra i principali protagonisti della scena dell’arte. Willem De Kooning crea una nuova composizione psicodinamica in cui è il gesto del dipingere a imporsi sulla grottesca figura della Donna; Mark Rothko invece lavora sui rapporti cromatici (N° 3); Robert Motherwell è ossessionato dalla meditazione sulla vita e sulla morte che esprime nelle sue Elegie per la guerra civile spagnola. La risposta all’espressionismo astratto e all’action painting viene a cominciare dalla fine degli anni ’50 con Ellsworth Kelly e Frank Stella, il giocoso neodadaismo di Jean Tinguely (Narva), il virtuosismo combinatorio dei collage di Robert Rauschenberg (Piscina d’inverno). La reazione più radicale è quella operata dalla pop art, il cui esponente più famoso e significativo fu Andy Warhol, tanto irridente e provocatorio nel demistificare l’arte attraverso la ripetizione seriale di icone della cultura di massa (Nine Jackies), quanto drammatico e profetico nel suo Autoritratto. L’abolizione della pennellata individuabile e l’uso di materiali visivi ordinari sono comuni a tutti gli artisti pop: Roy Lichtenstein, James Rosenquist, Claes Oldenburg.