Al primo piano, nel 1975 è stata costruita la Lehman Wing per ospitare unitariamente le opere raccolte per sessant’anni dal banchiere Robert Lehman (1891-1969) e donate al museo nel 1969 dalla sua famiglia. Nelle sette sale sono state ricreate le stanze di casa Lehman con la disposizione originaria dei pezzi della collezione antica in una affascinante cornice di mobili, arazzi e oggetti di arte decorativa. Casa Lehman. Si ammira, per esempio, la monumentalità giottesca di Bernardo Daddi, fiorentino (Assunzione della Vergine), i morbidi tratti della Madonna col Bambino di Simone Martini, l’interesse per il dettaglio narrativo dell’anonimo Maestro dell’Osservanza nel S. Antonio abate nel deserto e la ricerca del carattere monumentale e solenne di Sandro Botticelli nell’Annunciazione. Nelle sale del ’700 e ’800 europeo l’attenzione è polarizzata dal ritratto della Principessa di Broglie di Ingres. Tra i paesaggi della scuola di Barbizon e di Corot (Diana e Atteone) spicca la bionda luce del Paesaggio presso Zaandam di Monet; si attraversa la sala che celebra la pittura europea del XVII e XVIII secolo: il Ritratto di Gerard de Lairesse di Rembrandt esprime profonda umanità, così come intenso pathos rivelano il Cristo portacroce e il S. Girolamo come cardinale di El Greco. Il Ritratto della contessa d’Altamira di Goya stupisce per la penetrante attitudine psicologica. Grand Gallery. Nella galleria attorno al cortile si distribuiscono le opere francesi dei secoli XIX-XX, dagli impressionisti ai fauve: sono i dipinti, spesso acquistati direttamente dagli artisti, che più riflettono il gusto personale del collezionista. Fanciulle al pianoforte di Renoir è considerata la versione più riuscita delle cinque repliche eseguite dal pittore; l’estrema accuratezza dell’esecuzione risponde all’ansia di Renoir di essere accettato dal Musée du Luxembourg. Nella raccolta di Lehman il fauvismo è rappresentato da André Derain (Il Parlamento di Londra, di notte, ispirato all’analogo soggetto di Monet) e Matisse (Passeggiata tra gli ulivi): più delle somiglianze tra i due, che per la tecnica e colori innaturali traggono spunto dalla pittura divisionista di Signac (La spiaggia di Collioure), incuriosiscono le corrispondenze e le differenze di Matisse con la Casa dietro agli alberi di Cézanne, che fece dei rapporti spaziali la ragione del suo lavoro. Dei tre dipinti di Bonnard appartenenti alla collezione, quello che più colpisce è Prima del pranzo, per l’assenza di prospettiva, l’appiattimento dello spazio e la marginalità dei soggetti umani: una dichiarazione di poetica. Ancora un confronto, tra due nudi di giovani donne: la Bagnante di Renoir, in cui si sottolinea il pudore e la timidezza della modella su uno sfondo convenzionale, e la Figura davanti allo specchio di Balthus, monumentale come un personaggio di Piero della Francesca, immersa in uno spazio a sua volta di nitore rinascimentale.