Al primo piano a sinistra, al mezzanino e secondo piano. La collezione di arte greca e romana illustra molte delle civiltà susseguitesi nelle regioni rientranti nell’orbita delle due somme culture mediterranee. Arte cicladica. Nella produzione arcaica predominano le figure femminili, di cui è importante testimonianza l’elegante esemplare in marmo attribuito al cosiddetto Maestro Bastis (2600-2400 a.C.). Non mancano però figure maschili come il Suonatore d’arpa (III millennio a.C.). Scultura greca del periodo arcaico. Notevole il kouros del VII secolo a.C., la più antica statua greca in marmo del Metropolitan, che gli storici mettono in relazione con l’arte egizia. La kore mutila proveniente da Paro (tardo VI secolo a.C.) per stile ed esecuzione assomiglia a una kore rinvenuta sull’Acropoli di Atene. Scultura greca classica. Il museo non possiede statue greche del periodo classico (V-IV secolo a.C.), che possiamo ammirare solo grazie alle copie romane come nel caso del Guerriero ferito che cade e dell’Amazzone ferita, bronzi romani da originali greci, forse di Cresila (440-430 a.C.). Scultura funeraria greca. Si ammirano la stele funeraria attica con giovane e giovinetta in rilievo e sfinge a tuttotondo sul coronamento (540 a.C.) e la stele funeraria, pure attica, con donna e ancella (c. 400 a.C.). Scultura dell’età ellenistica. Capolavori sono la Danzatrice velata e mascherata (III secolo a.C.) e la Vecchia al mercato (II secolo a.C.). Collezione vascolare greca. I vasi sono l’unica fonte per conoscere le forme figurative della pittura greca. Il museo ne possiede una ricca collezione: dai vasi micenei ai vasi protogeometrici, dai vasi attici e corinzi a figure nere a quelli a figure rosse. Il VI secolo, il secolo della piena classicità, produsse artisti come Nikias: anfora panatenaica a figure nere, che riporta l’iscrizione ufficiale relativa al premio e – fatto piuttosto raro – la firma. Altri pittori noti sono Lydos, con il Ritorno di Efesto (c. 550 a.C.); Exekias, con un’anfora con coperchio (circa 540 a.C.); anonimi invece il pittore dell’anfora di Andokides (c. 530 a.C.), dal nome del vasaio, che reca la raffigurazione a figure rosse di Eracle e Apollo, e il pittore di Berlino che nella sua anfora a figure rosse con Giovane citaredo (490 a.C.) ci ha lasciato una delle più straordinarie testimonianze della musica antica. Arte etrusca. Oltre che per la sua rarità, la biga cerimoniale in bronzo del museo (tardo VI secolo a.C.) appare eccezionale anche per la ricchezza e la qualità della decorazione. Affreschi romani. Sono esposti nel museo affreschi del Secondo stile (40-30 a.C.) dalla villa di Boscoreale, alle falde del Vesuvio, distrutta dall’eruzione del 79 d.C., nonché la ricostruzione del cubiculum della villa, dalle pareti interamente affrescate con scene di vita rustica e scorci architettonici. Scultura romana. Questo settore della collezione è rappresentato da sarcofagi, statue e ritratti di imperatori. Tra gli esemplari più significativi spiccano il Dioniso detto Hope (dal proprietario, il collezionista Henry Hope), del tardo I secolo d.C., di derivazione ellenistica e il sarcofago di Badminton (260-265 d.C.), ornato dalla raffigurazione del corteo di Dioniso brulicante di personaggi, eseguita ad altorilievo con tecnica che produce un marcato effetto di chiaroscuro, tipica della scultura tardo-antica. Scultura cipriota. Della ricchissima collezione si segnala il cratere del Carro (1375-1350 a.C.), di cultura micenea, che porta effigiato un corteo funebre. Ma il pezzo più significativo dell’intera collezione è il sarcofago di Amatunte (V sec. a.C.), città sulla costa meridionale di Cipro, che nella scelta dei soggetti rappresentati offre uno straordinario esempio di fusione tra cultura greca, cultura orientale ed egiziana. Quanto alla statuaria, si nota come a Cipro siano prevalsi i modelli ellenici: ne è esempio la statua di Giovane (V secolo a.C.).