Eretto tra il XIII e il XVI secolo in forme gotiche, il Duomo dedicato ai Ss. Maurizio e Caterina è stato ricostruito dopo il secondo conflitto mondiale. Preceduto da un portico trasformato in cappella funeraria, con la bella tomba in bronzo dell’arcivescovo von Wettin, è l’interno che stupisce per la concentrazione di opere d’arte. Bello il fonte battesimale in porfido del XIV secolo e notevoli le statue nelle edicole lungo la navata centrale. Ma è soprattutto nel coro che si trovano le meraviglie del Dom: prima di tutto nella struttura stessa, percorsa da pilastri a fascio e aperta in alto da una galleria duecentesca opera di maestri cistercensi, poi nei capolavori in esso sistemati. Tra questi il semplice sarcofago con i resti di Ottone I, uno dei protagonisti del medioevo europeo, la statua di S. Maurizio dai lineamenti africani e il monumento sepolcrale quattrocentesco della regina Editha, moglie di Ottone I. Dal transetto destro si accede al bel chiostro, in parte romanico; uscendo da quello sinistro si ammira il portale del Paradiso, decorato dalle statue delle Vergini folli e delle Vergini sagge (1250 circa), che documentano uno stile gotico che sta virando verso un maggiore sentimentalismo.