La Madrid del futuro non ha solo il profilo hi-tech dei grattacieli lungo il paseo de la Castellana. Ha anche il cuore verde e sostenibile di Madrid Río, il nuovo parco ciclopedonale sul Manzanares, inaugurato nel 2011, che ha riconciliato la città con il suo fiume, dopo 15 anni di un cantiere che è di gran lunga la più impegnativa delle tante opere pubbliche con cui la giunta cittadina ha guidato la recente metamorfosi di Madrid. I tre lustri si sono resi necessari per portare sottoterra quasi 10 km della tangenziale urbana M-30 che correva a lato degli argini: dal Puente del Rey, collegamento con Casa de Campo proprio di fronte ai giardini di Campo del Moro sul retro del Palacio Real, fino al margine meridionale di Madrid, dove incontra il Parque Lineal del Manzanares. Un lungo tunnel, di cui affiora solo qualche raro svincolo, avanzatissimo sotto il profilo della sicurezza. In superficie, ora, si viaggia a lato del fiume solo 'a emissioni zero': a piedi, in bicicletta, sugli skate. Sui due bordi del Manzanares, che in questo tratto disegna morbide anse, sono stati piantati oltre 25 mila alberi: sono ancora acerbi e sottili, ma sono promessa di ossigeno e anche di ombra, che nella calda estate madrilena è un bene prezioso. Sull'itinerario lungo gli argini si incontrano i vecchi ponti storici, tirati a lucido: a partire dal più antico della città, il Puente de Segovia (metro L6, Puerta del Ángel), costruito tra il 1572 e il 1588, oggi lambito da fontane e giochi d’acqua, per arrivare poco oltre al Puente de Toledo del 1735 (metro L5, Pirámides) di monumentalità barocca. Tra l’uno e l’altro, le fantasiose gettate delle nuove passerelle sul fiume, di forme e materiali contemporanei. A sud del puente de Toledo è stata allestita anche una spiaggia urbana, attorno a una serie di polle che spuntano a poca distanza l’una dall’altra: è poco più di un bagnasciuga, ma sapientemente disegnato tra getti di intensità variabile e condense di vapore acqueo e preso d’assalto nei mesi più caldi dell’anno. A proposito di acqua, uno dei progetti in sospeso è quello di attrezzare due banchine, alle due estremità del parco, e aprire anche un servizio di trasporto fluviale. Proseguendo verso sud si incontrano edifici di archeologia industriale recuperati alla fruizione cittadina mantenendone l’aspetto originario: il vecchio ortomercato di Arganzuela (costruito nel 1908) con la sua struttura in ferro e vetro, è diventato Invernadero (metro L3-6, Legazpi), una serra tropicale gestita dai botanici dell’università. Poco oltre, l’austero corpo in mattoni rossi del Matadero (metro L3-6, Legazpi), l’antico mattatoio di Madrid (1921), è diventato un luogo per l’espressione artistica e per le avanguardie teatrali. Cineteca, sala prove, mostre d’arte nella vecchia cella frigorifera, e un grande spazio aperto che si riempie in occasione di concerti o mercatini.