Dell’epoca degli Asburgo non resta altro che il toponimo (che ricorda la quattrocentesca porta cittadina abbattuta secoli fa) a questa caotica piazza, semicerchio allungato dall’aspetto ottocentesco, punto di partenza obbligato per la scoperta del centro storico in quanto vi convergono i principali assi stradali e tre linee della metropolitana. L’unico edificio di un certo rilievo è la neoclassica Casa del Correo, in origine ufficio postale (correo significa appunto posta) e oggi sede della presidenza della Comunità di Madrid. Sul marciapiede che fronteggia l’ingresso dell’edificio si trova la targa del kilometro cero (km 0), ovvero il punto dal quale vengono calcolate le distanze stradali dell’intero Paese. Al centro della piazza si erge il monumento equestre a Carlo III, alla base del quale si ricordano le principali opere dovute a questo amato rey-alcalde (re-sindaco) che diede disposizioni in ogni campo della vita cittadina (perfino sulla lunghezza dei manti indossati in città: quelli troppo lunghi venivano regolati all’istante da poliziotti forniti di forbici). Poco distante, all’imbocco di calle Montera, la statua dell’Orso (in realtà un’orsa, nell’atto di mangiare i frutti di un albero) rappresenta lo stemma cittadino e costituisce un’icona della città: l’animale, diffusissimo nei boschi che circondavano l’abitato nel lontano XIII secolo, allorché divenne emblema di Madrid, si appoggia appunto a una pianta di madroño (il corbezzolo), alle cui bacche fece ricorso la popolazione madrilena per curarsi dalle febbri malariche che nel Cinquecento colpirono la città; tra chi guarì vi fu lo stesso imperatore Carlo V, che volle apporre in ricordo di ciò la corona a cinque punte che appare nello stemma. Dal 2008 un nuovo contrassegno iconico della piazza è costituito dalle vistose sfaccettature della corazza in plexiglas che funge da imbocco per la stazione del Metro.