Sanguinarie esecuzioni e penitenze della crudele Inquisizione spagnola, ma anche corride e rappresentazioni di drammi religiosi. La Plaza Mayor era il centro nevralgico della vecchia Madrid, e lo è tuttora, anche se il sangue delle condanne capitali ha lasciato il posto all’andirivieni di turisti e madrileni a tutte le ore del giorno e della notte, che entrano ed escono dai numerosi caffè, ristoranti e negozi che danno sulla piazza. Questo grande salotto pubblico deve il suo aspetto agli interventi seicenteschi, ma la ristrutturazione non ha alterato la funzione del piazzale, tanto che vi si tengono ancora oggi feste cittadine e manifestazioni. I palazzi che vi si affacciano sono invece settecenteschi, ricostruiti a seguito di un incendio che aveva pesantemente danneggiato la piazza. Si distingue la “casa della Panadería”, nome che ricorda l’antica funzione di mercato medievale, dalle facciate ornate con curiosi affreschi di Carlos Franco, in cui sono raffigurati i “majos” e le “majas”, ovvero i giovani alla moda a metà Settecento. Suggestiva di giorno, la sua monumentalità viene esaltata la sera, quando le luci artificiali illuminano le facciate degli edifici, la statua equestre di Filippo III (XVII secolo) che vigila sui passanti e creano bei chiaroscuri lungo la prospettiva delle arcate. Si anima di bancarelle e di venditori pittoreschi il porticato che corre intorno alla piazza, sede ogni domenica mattina del tradizionale mercatino per la compravendita di francobolli e monete più o meno rare. Si lascia alla spalle la Plaza Mayor per addentrarsi in un’area della Madrid asburgica tra le meglio conservate e ricche di atmosfera della città antica, dove, tra locali e “taperie”, si ammirano i monumenti dei primi due secoli di vita della capitale.