Gli affari sono affari! Anche quando si tratta di beni “nobili” come le opere d’arte. Le ereditiere Thyssen si sono guardate bene dal regalare alla Spagna l’immensa raccolta artistica accumulata in Germania grazie alle guerre mondiali. Ben 400 i milioni spesi dallo Stato spagnolo per aggiudicarsi una collezione che, opportunamente sistemata nel settecentesco palacio de Villahermosa (trasformato in sede espositiva nel 1992 da Rafael Moneo), è oggi considerata complementare a quella del Prado per l’arte antica e a quella del Reina Sofía per la pittura moderna. La visita si articola cronologicamente su tre piani e prende avvio dal secondo dove, tra i tanti maestri, spiccano i nomi di Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano, Tintoretto, Holbein, Dürer, El Greco, Ribera, Rubens, Van Dyck e Rembrandt. Al primo piano, l’Ottocento, con Corot, Courbet, Gericault e Delacroix; notevoli le tele impressioniste e postimpressioniste di Pissarro, Monet, Renoir, Degas, Van Gogh, Cézanne e Gauguin; il percorso prosegue con altri grandi nomi, tra cui Kokoschka, Kirchner e Kandinskij. Al pianterreno, il cubismo di Picasso e Braque, lavori di Mondrian, Dalí, Matisse, Miró, tanta avanguardia russa e le opere di grande formato degli statunitensi Gorky, Pollock e Rothko.