Circondato dal verde dell’immenso polmone cittadino costituito dai parchi de la Montaña, del Oeste e de la Bombilla e nelle vicinanze del Campo Real, i giardini che circondano il Palazzo Reale su tre lati, si incontra uno dei gioielli artistici più inaspettati di Madrid: la chiesa di San Antonio de la Florida. Piccolo edificio neoclassico meglio noto come Pantheon di Goya, è stato dichiarato monumento nazionale già nel 1905. Qui riposa il grande artista spagnolo (1746-1828), ma si trova anche uno straordinario ciclo di affreschi. Tormentato dai problemi di salute e da un mal di vivere che si legge bene nelle sue opere, gli fu affidata la decorazione del tempietto nel 1798: qui poté creare liberamente, senza sottomettersi a rigidi vincoli e ribaltando le regole della composizione, ponendo nella volta i personaggi terreni e “abbassando” la posizione di angeli e cherubini, tradizionalmente dipinti ai “piani alti”. Alla scena sacra fanno da contorno le persone reali della Madrid ottocentesca: scugnizzi irrequieti, donne del popolo e i “majos”, protagonisti di tanti lavori dell’artista, ovvero gli elegantoni del tempo. Precorritore di correnti artistiche, Goya anticipa i tratti abbozzati e veloci dell’impressionismo, e le larghe pennellate tipiche dell’espressionismo. Santo protettore delle giovani da marito, Sant’Antonio è oggetto di grande venerazione anche nel secolo delle “single per scelta”: riempiono le strade le processioni del 13 giugno, con le ragazze alla ricerca dell’anima gemella che, raggiunta la chiesa, mettono la mano nell’acquasantiera riempita per l’occasione di spilli. Quanti aghi rimarranno attaccati alla mano, tanti saranno i pretendenti nel corso dell’anno.