La storia l'ha resa celebre per la firma del trattato sull'Unione Europea (1992) che porta il suo nome. La geografia l'ha situata nella regione del Limburgo, di cui è capoluogo, una terra più vicina al paesaggio centro-europeo che non a quello olandese. Ma il suo essere stata crocevia commerciale e culturale, a pochi chilometri dai confini tedesco, belga e lussemburghese, l'ha resa punto di confluenza di tre civiltà e di tre lingue diverse.
Città bella ed elegante, sorge tra la Mosa e lo Jeker, ai piedi del Sint Pietersberd, il monte S. Pietro. Il suo è uno dei centri storici meglio conservati del Paese, articolato in piazzette e stradine che confluiscono nel Vrijthof, il vasto piazzale alberato punto di ritrovo storico, affollato di caffè e ristoranti. Fanno da monumentale cornice alla piazza la residenza dei duchi di Brabante (Spaans Gouvernement), la gotica Dominicanekerk, le forme romaniche della Sint Servaasbasiliek e la Sint Janskerk, dominata da un'alta torre (78 metri) quadrata e ottagonale in alto.
Sede di numerosi istituti europei, di università e multinazionali internazionali, questa città sa quando smettere di prendersi sul serio. Non c'è luogo dove l'idea dell'olandese calmo e misurato si sgretoli come il carnevale di Maastricht, il più grande, caotico e fantasmagorico carnevale d'Olanda. La scientificità e il rigore nordico si colgono solo durante i preparativi e poi l'11 novembre la città si scatena. Senza pubblico, perché tutti partecipano.