Un alto recinto (la cinta muraria di Amon) racchiudeva una sorta di “città santa”, non pensata per accogliere i fedeli ma per celebrare misteriose cerimonie. Al suo interno viveva un clero organizzato in rigide gerarchie, che gestiva l'immenso patrimonio del più importante santuario di tutto l'Egitto, dedicato ad Amon-Re. Dalla fine del II millennio a.C. e per più di venti secoli ogni re elevò monumenti in suo onore, spesso demolendo quelli dei predecessori. E così il monumentale complesso di Karnak comprende oggi le vestigia di una serie di edifici religiosi, distribuiti intorno al Grande Tempio. A nord sono il tempio di Ptah e un vasto spazio che, tra piccoli edifici (cappella rossa, bianca e di alabastro) e blocchi provenienti dai ciclopici piloni del Grande Tempio, è una sorta di museo all'aperto dell'area sacra. Poco a sud si trovano il Lago Sacro (120 metri x 77), palcoscenico delle navigazioni rituali, magazzini e abitazioni dei sacerdoti, il tempio di Taharqa del Lago e un gigantesco scarabeo in granito, attorno al quale è d'obbligo compiere almeno un giro, dato che la tradizione dice porti fortuna. A sinistra del Grande Tempio è la cinta muraria di Montu, che racchiude il tempio di Montu (dio guerriero dalla testa di falco) e quello di Maat. Dalla parte opposta, quattro piloni formano altrettante porte trionfali sulla via sacra tra il Grande Tempio e il tempio di Mut (madre divina dalle fattezze di avvoltoio), racchiuso, insieme a un secondo Lago Sacro, ai templi di Amenofi III e di Ramses III, all'interno di un terzo giro di mura. Suggestivi gli spettacoli “Son et lumière”, che propongono un percorso tra le rovine fino al Lago Sacro, raccontando, come fosse una favola, le origini e la storia del tempio.