Fino agli anni ’80 del XX secolo l’isola era chiusa al turismo per motivi militari. Così, lontana dalla costa e non invasa da costruzioni, ha conservato intatto il suo fascino di luogo dimenticato e selvaggio. Formata da una massa calcarea culminante nel monte Hum (m 417) e con molte cavità carsiche, l’isola ha coste settentrionali assai frastagliate, mentre a sud si apre un’ampia e riparata insenatura. Gli abitanti si occupano ancora di agricoltura (viti, ulivi, frutta e ortaggi) e pesca (aragoste). Attorno a Lastovo sono oltre 40 isolette, disabitate e intatte, alcune con spiagge bellissime raggiungibili con le barche dei pescatori. I punti più belli dell’isola in cui fare il bagno sono: Skrivena Luka, sulla costa sud, una profonda insenatura coperta di ulivi e punteggiata da scogli piatti; Zaklopatica, sulla costa nord; la spiaggia (unica di sabbia) dell’isolotto di Saplun, a nord-est; e le due baie formate dalla congiunzione, tramite ponte, di Pasadur con l’isolotto di Prežba. In occasione di feste e ricorrenze particolari le donne dell’isola ancora indossano i tradizionali costumi. Colonizzata dai greci, col nome di Ladesta, l’isola divenne poi romana e bizantina e, in seguito, fu a lungo contesa tra Venezia e Croazia. Nel 1252 passò alla Repubblica di Ragusa, che la tenne fino al 1808; dal 1918 al 1947 appartenne all’Italia in quanto parte della provincia di Zara.