Eretta nel XV secolo inglobando un preesistente tempio romanico, la cattedrale, che domina la piazza omonima, testimonia sia la fioritura economica e culturale della città, sia la raffinatezza raggiunta dai maestri lapicidi nella lavorazione della pietra di Cùrzola. La facciata ha linee gotiche, con influssi pugliesi, nelle quali però già si colgono anticipazioni rinascimentali. Il portale, con agili colonne, leoni su mensole e lunetta con la statua di S. Marco evangelista, è opera di Bonino da Milano (1412); romanico il campanile, innestato nel lato sinistro della facciata a capanna, concluso da una cupola rinascimentale di Marco Andrijic (1481). A ridosso del campanile è la cappella di Sv. Roka (S. Rocco, 1521-71). Robuste colonne monolitiche separano all’interno le tre navate: hanno capitelli riccamente ornati, del XV secolo quelli della navata meridionale, barocchi gli altri. Tra le opere in pietra che testimoniano l’arte dei maestri lapicidi si notino, vicino all’ingresso, l’acquasantiera del XV secolo e il seicentesco fonte battesimale. Nella navata destra, sulla parete accanto all’ingresso, sono appese antiche lance e alabarde come trofei della vittoriosa battaglia contro i turchi nel 1571. Poco più avanti è un dittico con l’Annunciazione della scuola del Tintoretto, seguito da una venerata icona cretese del XIII-XIV secolo, chiamata Madonna dell’Isola perché fino al 1950 custodita nell’isolotto di Badìa; in una nicchia è la tomba del vescovo Toma Malumbra (morto nel 1513), attribuita alla bottega di Marco Andrijic. All’altare dell’absidiola di destra, pala con la Trinità di Leandro Bassano. Spicca nel presbiterio il grande ciborio rinascimentale, realizzato nel 1481 da Marco Andrijic, con cupola piramidale traforata e statue dell’Annunciazione sull’architrave; sopra l’altare maggiore, che racchiude il sarcofago con le reliquie di S. Teodoro martire, protettore della città (portato in processione il 29 luglio), è una luminosa tela con S. Marco tra i Ss. Girolamo e Bartolomeo, supposta opera giovanile di Tintoretto. Nella navata sinistra si apre la porta della sagrestia (seconda metà del XV secolo), con ornamenti gotici e, nella lunetta, il rilievo di S. Michele arcangelo; accanto è la statua in bronzo di S. Biagio, opera di Ivan Meštrovic. Nella navata settentrionale è anche l’ampia cappella di Sv. Roka (S. Rocco), in cui spicca un grande altare del 1576 su settecentesca base in marmo, con statue lignee policrome dei Ss. Rocco, Cosma e Damiano. Sulla parete nord è l’ottocentesco altare della Madonna del Carmine, con un trittico di Carlo Ridolfi (1642); accanto sono gli stalli del coro, costruiti nel 1795 su modelli tradizionali. Per una piccola porta si accede al battistero, con statua del Redentore di Frane Krsinic e un piccolo rilievo in bronzo di Ivan Meštrovic.