Nel territorio di Sentjernej, tra le dolci colline a vigneto e frutteto ai piedi dei fitti boschi dei monti Gorjanci, si trova la certosa di Pleterje, il più grande monastero della Slovenia. Ancora attivo, accoglie monaci certosini di diversa nazionalità. Vista la rigida regola dell’ordine, il monastero vero e proprio non è visitabile. Si può però accedere a un negozio in cui sono messi in vendita i prodotti grazie ai quali l’istituzione si autofinanzia (la rinomata grappa alle pere Viljamovka, vasi di miele e altre specialità tipiche dei conventi), e da qui all’antica chiesa della SS. Trinità. Poco prima dell’ingresso si trova un piccolo museo etnografico all’aperto. La certosa fu fondata nel 1407 da Hermann II, conte di Celje, che la dotò di vasti territori per il suo mantenimento; i lavori furono diretti dall’architetto priore Hartmann, proveniente dalla certosa di Žice; la chiesa venne inaugurata nel 1420 dal vescovo di Frisinga. Iniziarono presto gli attacchi delle milizie turche che inflissero molti danni ai beni e agli edifici, nonostante la difesa del giro di mura, eretto alla fine del XV secolo. Verso la fine del secolo seguente, nella zona si diffuse il protestantesimo e i monaci furono costretti ad allontanarsi. Gli edifici subirono danni notevoli e vennero rinnovati nel 1595, quando vi si stanziarono i Gesuiti, che rimasero fino al 1773. Allo scioglimento di quest’ordine le strutture caddero tutte in rovina tranne la chiesa, frequentata dagli abitanti. Nel 1889 l’ordine certosino decise di riedificare una nuova certosa, sulle rovine della precedente, ripopolandola con monaci giunti da Bosserville, borgo nei pressi di Nancy, in Lorena; molti portarono con sé una parte del ricco arredo della certosa di provenienza, tra cui alcune centinaia di dipinti di benefattori (si ammirano nell’ex monastero di Kostanjevica na Krki). Da allora la certosa ha sempre operato ed è l’unica ancora attiva in Slovenia.