Bucherellano la meravigliosa vallata del Rusenski Lom, a sud di Ruse, le cavità naturali dove da tempo immemore dimorano eremiti e asceti. Oltre un centinaio le grotte disposte sulle due sponde del fiume che, rinforzate con struttura muraria, fungevano da dormitorio per circa 100 monaci, deposito, cappelle e chiese sorte intorno al monastero di S. Michele Arcangelo, fondato nel 1180 e abbandonato nel XVI secolo. Grazie alla sua ricchezza il monastero poté richiamare i migliori costruttori e pittori del periodo, come dimostrano la solidità di questi ambienti ricavati nella roccia e i bellissimi affreschi, opera della scuola di Tarnovo, che decorano sei chiese. Alcuni vecchi di 800 anni, si sono conservati grazie a una sorta di isolante usato per ricoprire le pareti e proteggerle dall'umidità. Nartece, pronao e altare. Pur essendo ricavate all'interno di cavità naturali presentano la struttura dell'architettura religiosa del tempo, come si nota nella chiesetta di Bojana, immersa in un fitto bosco sui colli che dominano Sofia. Fortemente espressivo, a differenza della rigidità dell'arte bizantina, il ciclo di affreschi culmina con la scena del “Re Ivan Aleksandr e la moglie Teodora Sara” che donano un modello del monastero alla Vergine, cui è dedicato il luogo di culto. Si scende dalla chiesa dal sentiero segnalato in ghiaia che affianca la roccia panoramica. Da qui, splendida la vista sulla valle delle grotte, già dal 1979 Patrimonio dell'Umanità.