Il Serraglio di Topkapi si apre in fondo alla corte dei Giannizzeri, al di là della “fontana del boia” (dove quest'ultimo si lavava le mani dopo ogni esecuzione) e della “pietra del monito”, blocco di pietra che ha visto rotolare parecchie teste di personaggi caduti in disgrazia. Si accede al Serraglio attraverso la “porta di mezzo”, l'Ortakapi, un tempo alloggio di guardie, carnefici e detenuti in attesa di giudizio. Questo varco segnava il luogo in cui tutti, sultano escluso, dovevano lasciare i cavalli e proseguire a piedi. Cartina del palazzo in mano e macchina fotografica al collo, avanzano a piedi anche le fila di turisti in visita a questo straordinario complesso, dal quale lo sguardo abbraccia il mare di Marmara, il Bosforo, il Corno d'Oro e, nelle giornate limpide, le isole dei Principi. Si entra nella “piazza del Divano” (seconda corte), dove si ammirano padiglioni isolati (più che altro delle tende di pietra) che tradiscono la tendenza al nomadismo dei Turchi. Piccole cupole sormontate da curiosi camini identificano le cucine e le pasticcerie del palazzo: ingrandite nel corso dei secoli, contavano oltre 1100 addetti che preparavano pasti per 5000-10000 persone. Alla terza e alla quarta corte, riservate al sovrano e al suo entourage, si accede dalla “porta della Felicità”. Si passa l'Arz Odasi, un piccolo padiglione riccamente decorato dove si ricevevano gli ambasciatori stranieri, e la biblioteca di Ahmet III, bianco edificio rivestito di legno dorato e maioliche. Armature, pugnali con smeraldi, narghilè tempestati di diamanti, pietre grezze di indicibile valore del peso di chilogrammi, il famoso Kasikçi, diamante a forma di cucchiaio di 86 carati, e il trono in legno, madreperla e pietre preziose di Ahmet I (1603). Quello del Serraglio è un Tesoro che lascia senza fiato, custodendo ogni sorta di oggetti preziosi e gioielli appartenuti a sultani, principi e principesse. Uscendo dal Tesoro si attraversa il “giardino dei tulipani”, il fiore preferito da Ahmet III, e passati alcuni chioschi ed edifici si raggiunge la preziosissima raccolta di miniature e ritratti. Oltre 13mila i capolavori in mostra, tra cui spiccano le miniature associate al nome di Maometto il Conquistatore e opere di famosi calligrafi.