Nel cuore montuoso di Cipro hanno trovato rifugio i monaci bizantini del passato che, lontano dall'andirivieni degli eserciti, hanno fondato monasteri, cappelle e chiese, come questa della Panagia tis Podythou. Dedicata alla Vergine Eleousa, fu costruita nel 1502, epoca in cui i veneziani presero il controllo di Cipro, e per questo influenzata dalle tendenze architettoniche appena giunte dall'Italia. Salvo le rappresentazioni degli apostoli Pietro e Paolo, settecentesche, gli altri affreschi sono cinquecenteschi e ancora conservano i vivaci colori di un tempo. Se i segreti della prospettiva in Italia erano ormai stati svelati, qui si notano decisi tentativi di dare profondità alle scene, come nella Crocifissione e nella Vergine in trono, nella semicupola dell'abside. Spicca, nel complesso della decorazione parietale, l'affresco della Comunione degli apostoli, ognuno con l'iniziale del nome sopra la testa, considerata dagli storici dell'arte uno dei migliori esempi al mondo di pittura italo-bizantina.