La “Versailles ungherese” è senza dubbio il più bel palazzo barocco di tutta l'Ungheria. E il solo fatto che sia stato voluto da un principe soprannominato “il Fastoso” (al secolo Miklós Eszterházy), il cui motto era “ciò che può l'imperatore, lo posso anch'io”, è una garanzia che il paragone con la reggia parigina non è un'esagerazione. Eretto tra il 1763 e il 1766 su un precedente casino di caccia, l'immenso palazzo ha una pianta a U ed è stato progettato nelle forme di transizione tra barocco e rococò. Stili che, per la loro appariscenza e ridondante decorazione, sembrano pensanti apposta per una figura vanitosa come quella del principe, che usava organizzare leggendarie feste, famose in tutta Europa. I templi di Diana, Venere e quello della Fortuna, i gruppi scultorei che ornano le fontane e il Padiglione cinese danno monumentalità anche allo scenografico parco intorno, progettato alla francese. Ma è entrando che, tra sale ammobiliate con gusti diversi, cineserie, statue, trofei, grandiosi stufe, preziosi stucchi, arazzi e bellissimi affreschi, si comprende appieno l'ambiziosa personalità del principe Miklós, desideroso di rivaleggiare nientedimeno che con il re.